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Redattore Sociale: Alunni figli di stranieri: 70 mila in più ogni anno

Ricerca condotta dal Censis per conto del Cnel sull’inserimento scolastico dei minori figli di immigrati

13/02/2008
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Redattore Sociale

IMMIGRAZIONE
Ricerca condotta dal Censis per conto del Cnel sull’inserimento scolastico dei minori figli di immigrati. Superata quota 500 mila; 70 mila alunni stranieri si iscrivono ogni anno. Gli insegnanti: manca il supporto dei mediatori culturali

ROMA – Quota mezzo milione superata. I figli di immigrati in Italia che frequentano le nostre scuole sono infatti ormai più di 500 mila. Una cifra davvero ragguardevole, se si pensa che corrisponde al 6% del totale degli alunni iscritti in tutte le scuole di ogni ordine e grado (università escluse naturalmente). La consistenza numerica dei “nuovi italiani” è ancora più rafforzata dalla spinta del trend in corso. L’incremento delle iscrizioni di alunni stranieri nelle scuole italiane è infatti progressivo e veloce: 70 mila in più ogni anno. Grandissima anche la varietà culturale di questi nuovi alunni, visto che tra gli oltre 500 ragazzi e ragazze straniere si contano oggi 191 nazionalità diverse.

Sono questi i principali dati diffusi oggi da Cnel che ha commissionato una ricerca al Censis sulla “scolarizzazione dei minori di origine immigrata in Italia”. La ricerca si è articolata in tre indagini parallele: le interviste a 414 docenti, interviste a 608 mamme e infine una terza parte con studi di caso. Secondo la dottoressa Carla Collicelli, che ha curato lo studio per conto del Censis, la situazione non è drammatica come si potrebbe pensare, ma siamo ancora ben lontani dalla realizzazione delle pari opportunità per i ragazzi e le ragazze figli di immigrati. Spesso gli insegnanti volenterosi sono lasciati soli. Mancano le risorse e non ci sono ancora abbastanza mediatori culturali.

In generale, comunque, le scuole italiane appaiono abbastanza ben attrezzate a gestire la fase del primo inserimento. Risultano anche abbastanza “agevoli” i rapporti tra i diversi attori del sistema. Quello che manca però – almeno secondo i risultati della ricerca del Censis – non è tanto la capacità della scuola italiana di assorbire la nuova domanda di educazione che è in continua crescita da parte degli stranieri. Manca piuttosto la possibilità di realizzare una vera e propria situazione di effettiva parità tra gli alunni perché si scontano soprattutto i problemi di separatezza. Spesso – risulta dalle risposte alle interviste del Censis – la scuola, le famiglie dei bambini stranieri e gli enti locali rappresentano compartimenti stagni, più che un sistema integrato. Per questo l’educazione che si impartisce oggi nelle scuole italiane è spesso si eccellenza, ma carente di una visione di insieme prospettica. Siamo quasi sempre di fronte – ha spiegato oggi durante la conferenza stampa di presentazione della ricerca la dottoressa Collicelli – a una “progettualità a termine”.

Il 67,4% degli insegnanti intervistati dal Censis dichiara che nelle propria scuola sono rispettate le linee guida ministeriali. Le modalità di inserimento scolastico, nonostante le linee guida nazionali, sono però diverse da scuola a scuola. C’è chi istituisce una Commissione di accoglienza e chi applica un Protocollo. Molto diversificate le risposte delle mamme intervistate. In generale spicca una mancanza di informazione e una comunicazione efficace con gli insegnanti. Il 39,5% delle mamme intervistate non sa se nella scuola del figlio si preferisca o meno limitare il numero dei ragazzi stranieri per classe. Il principale problema legato all’inserimento che emerge dalle risposte dei docenti riguarda la carenza di supporto si esperti e mediatori. Uno dei problemi minori – paradossalmente – è la difficoltà di inserimento delle bambine e delle ragazze straniere che hanno trovato invece accoglienza e affiatamento molto maggiori rispetto alle previsioni negative. Dal punto di vista delle famiglie immigrate, il principale problema di inserimento scolastico riguarda la scarsa conoscenza della lingua italiana. Ed è anche questo uno dei dieci punti del decalogo di proposte concrete elaborato dagli esperti del Censis alla luce dei risultati della ricerca. (pan)


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