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Redattore Sociale: Bullismo, in Europa i più colpiti sono i ragazzi immigrati

Hanno il 30% in più di probabilità di subire atti di violenza e il 50% di essere oggetto di scherno

01/03/2008
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Redattore Sociale

Hanno il 30% in più di probabilità di subire atti di violenza e il 50% di essere oggetto di scherno. I risultati di una ricerca del British Council che mette a confronto 9 paesi. Per il 66% la soluzione è la conoscenza reciproca

BRUXELLES - Conoscenza reciproca e confronto: è questa la ricetta per risolvere i problemi di bullismo, esclusione e incomprensione a scuola legati al colore della pelle, alla disabilità o alle origini etniche. Lo rivela una ricerca condotta dal British Council, nell'ambito del progetto Indie, in nove aree di sette paesi (le Fiandre in Belgio; Scozia, Galles e Inghilterra nel Regno Unito, Germania, Olanda, Portogallo, Spagna e Italia) che ha interrogato 3.500 studenti e studentesse di età compresa tra i 12 e i 18 anni (età media di 14,3 anni) sulla loro percezione di problemi riguardanti inclusione, razzismo e bullismo a scuola.

Ad alcuni dati rassicuranti se ne affiancano altri che fanno riflettere. Innanzitutto gli studenti ripongono grande fiducia nelle possibilità di promozione sociale offerta dall"educazione: per il 95% è molto importante o importante avere buoni risultati in vista del futuro. Fiducia anche negli strumenti che la scuola mette in campo per includere tutti gli studenti indipendentemente dalla loro origine: secondo l’80% degli intervistati la scuola sta facendo molto, sia dal punto di vista personale sia nei confronti dei propri compagni.

Non mancano però - come la cronaca continua a ricordarci – brutti esempi di irrisione se non di vero e proprio bullismo. Secondo i 3.500 intervistati, nella propria scuola le parole discriminatorie nei confronti dei compagni vengono pronunciate innanzitutto (39%) per differenze nell’aspetto fisico (altezza, peso, segni particolari). Seguono la disabilità (34%), il colore della pelle e l’abbigliamento (30%), la lingua, l’origine etnica e la differenza di accento (27%), le differenze economiche (25%), la religione (18%) e il genere (12%). Il 15% degli intervistati ammette di essere stato oggetto di scherno negli ultimi tre mesi.

Il motivo di scherno che stabilisce il record di ricorrenze è l’abbigliamento in Olanda col 56%, anche se le differenze economiche contano solo per l’8%, abbastanza stranamente in quanto si suppone che a vestiti meno alla moda corrispondano situazioni economiche più difficili. Il contrario avviene in Germania: le differenze economiche sono la seconda causa di prese in giro tra compagni di classe (44%), mentre l’abbigliamento conta solo per il 9% degli "sfottò”. In Germania però la disabilità è il fantoccio che più spesso (50% dei casi) si agita per mettere alla berlina i compagni. La Germania è poi l’unico paese in cui le differenze di genere sono un motivo di scherno sensibile, col 25% delle ricorrenze. Negli altri paesi la percentuale non supera mai i 10 punti.

Gli aspetti legati alla lingua mettono invece in difficoltà gli studenti inglesi nel 44% dei casi, così come le differenze di accento. In Spagna si ha vita difficile tra i banchi per le differenze fisiche (34%), così come nelle Fiandre (55%). Nel nord del Belgio, paese con tre lingue ufficiali, le difficoltà espressive non sono un problema (14%), così come non lo sono nella vicina e multietnica Olanda (11%).

Il bullismo rappresenta invece un problema per il 26% degli intervistati, con il 9% che ammette di esserne stato vittima negli ultimi tre mesi. Il paese dove questo fenomeno desta la maggior preoccupazione tra gli studenti è l’Inghilterra, col 39% di risposte positive. Corridoio e aule fanno meno paura invece in Spagna, Belgio e Olanda, anche se le percentuali di chi ammette di essere stato vittima di bullismo in Spagna è del 2% contro il 6% e 9% di Olanda e Belgio. In Portogallo la violenza tra compagni colpisce solo il 3% degli studenti, ma ben il 28% lo ritiene un problema nella propria scuola.

I dati più preoccupanti riguardano però la differenza tra autoctoni e immigrati. Questi ultimi hanno il 30% in più di probabilità di essere vittime di bullismo (13% contro 9%) e il 50% di essere oggetto di scherno (24% contro il 16% per i nativi). Nelle Fiandre questa differenza supera addirittura il 150% (42% contro 16%). Inoltre i ragazzi immigrati ritengono di avere risultati scolastici peggiori (tranne in Inghilterra), coi loro genitori che per motivi culturali o linguistici sono più assenti dai momenti di incontro organizzati dalle scuole.

Ma la situazione – secondo i ragazzi – potrebbe migliorare se si avesse più tempo per parlare in classe delle differenze di origine e cultura (38% delle risposte), per conoscere origini e costumi dei compagni di classe (28%), oppure celebrando anche le loro ricorrenze religiose (13%). Sarebbe infine utile un maggior supporto per l’apprendimento della lingua sia per gli studenti (11%) sia per i genitori (5%). (mm)