GIORGIO LONARDI
MILANO - Vuole sapere quanti sono i precari annidati in ogni angolo della pubblica amministrazione, Renato Brunetta. E così durante un incontro alla Bocconi il ministro ha annunciato di aver preso carta e penna per promuovere un vero e proprio censimento. L´obiettivo: consegnare entro un mese un report al Parlamento che dovrà decidere assieme al governo cosa fare. Precisa: «Per quella data dirò quanti sono i precari, da quanto sono assunti e in quale modo. Ne vedremo delle belle: perché è chiaro che la chiamata diretta spesso nasconde assunzioni di tipo clientelare pilotate dalla politica o dai sindacati». E se fra 30 giorni qualche ente pubblico non avesse risposto? Niente paura: «Quelli che non risponderanno vuol dire che non hanno precari».
Ovviamente Brunetta si guarda bene dal caldeggiare l´idea di una regolarizzazione di massa. Ammonisce: «Non accetterò mai moratorie per tutti». Poi sorride comprensivo: «Vedremo chi ha titolo per una stabilizzazione. Ma di questo darò conto a Parlamento, governo e sindacati». Quindi s´infervora: «Io sono prontissimo per quelli che ne avranno titolo, per quelli che sono nella pubblica amministrazione da troppo tempo, per quelli che hanno avuto un percorso selettivo corretto, a trovare forme di regolarizzazione ma non avrò pietà per quelle amministrazioni che avranno fatto carne di porco di queste modalità di assunzione».
Fin qui Renato Brunetta. Quanto a Silvio Berlusconi dopo aver lodato il suo ministro («ha ridotto del 40% l´assenteismo») si è lanciato in una previsione mirabolante: entro il 2012 «non ci sarà più carta nella pubblica, tutto sarà digitalizzato. I cittadini e le imprese potranno avere su Internet tutto quello di cui hanno bisogno dallo Stato».
In attesa che la carta scompaia dagli uffici il presidente del Consiglio ha invitato i dipendenti pubblici a fare shopping e a stare tranquilli. Dice Berlusconi: «Non devono avere preoccupazioni: il posto è sicuro, hanno avuto un incremento dello stipendio, c´è un abbattimento dei costi riguardo al gas e alla benzina, i prezzi sono contenuti e il potere d´acquisto del loro stipendio non è diminuito».
Tutto bene, dunque. «I dipendenti pubblici», sostiene ancora il presidente del consiglio, «non hanno motivo di modificare le loro abitudini economiche». Quanto alla situazione economica meglio non enfatizzarla. Certo, ammette Berlusconi «la crisi sembra particolarmente grave, ma la sua estensione nel tempo dipenderà dai nostri comportamenti». In ogni caso, promette, «non ci saranno situazioni di miseria».
|