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Repubblica-Addio pagelle, scuole nel caos

Dal ministero solo suggerimenti generici sulle nuove schede: e ogni istituto fa da solo Addio pagelle, scuole nel caos ROMA - Sparisce la vecchia pagella e nelle scuole si diffonde il caos....

20/01/2005
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la Repubblica

Dal ministero solo suggerimenti generici sulle nuove schede: e ogni istituto fa da solo
Addio pagelle, scuole nel caos
ROMA - Sparisce la vecchia pagella e nelle scuole si diffonde il caos. Una circolare del ministero dell'Istruzione obbliga gli istituti, elementari e medie, a preparare, stampare e distribuire autonomamente le schede di valutazione del primo quadrimestre. Unico vincolo, le nuove norme che prevedono il voto in condotta e la valutazione del profitto in Religione, assieme all'educazione all'ascolto e all'apprendimento. Le schede non sono ancora pronte e in molte Regioni (Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna e Lazio) i presidi si ribellano e il ministero minaccia sanzioni.

ROMA - È finito il primo quadrimestre e nelle scuole domina il caos. La vecchia pagella è andata in pensione, ma la nuova fatica a vedere la luce. E un gran numero di presidi ha deciso di lasciare le cose come stanno. Poi si vedrà. Ma cosa è successo? Il 3 dicembre del 2004 il ministro dell'Istruzione ha firmato una circolare nella quale ordina alle scuole di provvedere in maniera autonoma, in base alle nuove norme sulla valutazione degli studenti, a preparare i prospetti delle schede. Il Poligrafico dello Stato non ha stampato gli "storici" moduli. Ma questo è solo l'aspetto formale. Le nuove norme sulla valutazione hanno cambiato anche i nomi delle materie della scuola primaria e della secondaria inferiore, inserendo il voto sul profitto di Religione e ripristinando quello in condotta, non più inserito nella valutazione generale.
Il primo problema riguarda l'uniformità delle schede di valutazione. Il ministero suggerisce una sorta di griglia interpretativa di ogni materia per la primaria e la secondaria di primo grado. Ma i suggerimenti sono generici. Ad esempio, alla fine dei primi cinque anni, per la matematica, il bimbo deve "usare il numero per contare, confrontare e ordinare raggruppamenti di oggetti". Oppure, per la religione cattolica, "comprendere, attraverso i racconti biblici delle origini, che il mondo è opera di Dio, affidato alla responsabilità dell'uomo".
La polemica e lo scontro tra i presidi e i direttori regionali è ormai all'apice. In Emilia-Romagna, Lucrezia Stellacci, responsabile dell'Ufficio regionale dell'Istruzione, minaccia provvedimenti disciplinari nei confronti delle scuole ribelli. "Si tratta di un'opposizione ideologica da parte delle scuole, incalzate dai sindacati - afferma Lucrezia Stellacci - che blocca il processo di ammodernamento del sistema avviato dalla riforma".
Problemi analoghi in Lombardia, dove i direttori scolastici si sono mobilitati in massa per respingere i nuovi modelli "autonomi". Tira la stessa aria in Piemonte. "Abbiamo deciso, come tutte le scuole del sesto distretto di Torino - dichiara la direttrice dell'elementare Gabelli, Nunzia Del Vento - di adottare la vecchia scheda ministeriale, perché del resto avevamo adottato un Programma di offerta formativa rispettoso della vecchia normativa. Per l'anno prossimo vedremo". E le cose non vanno meglio nel Lazio. "Siamo costretti a stamparci le schede di valutazione da soli - dice Claudia Tacher, dirigente scolastico dell'istituto comprensivo Alberto Manzi di Roma - e oggi, nell'incontro con il direttore regionale, ci hanno comunicato che il cambiamento può essere graduale, nessun ultimatum. Il problema è che materie come l'educazione tecnica, artistica, musicale, l'educazione fisica sono diventate tecnologia, arte e immagine, musica e scienze motorie. Ma a parte i problemi lessicali, sono state aggiunte l'educazione all'ascolto e all'apprendimento. Sul voto in condotta, abbiamo deciso di mantenerlo all'interno del giudizio globale. E le famiglie sono d'accordo con noi".


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