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Repubblica: "Ascoltate la Cgil o salta il dialogo"

Epifani avvisa il governo. "E i prezzi sono una polveriera"

30/05/2008
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la Repubblica

Perplessità da Bonanni. Angeletti: non abbiamo paura del cambiamento
LUISA GRION

ROMA - Patti chiari e amicizia lunga, il governo ci ascolti o il dialogo finisce. E´ arrivata l´ora del confronto diretto fra sindacati ed esecutivo Berlusconi: la Cgil, dopo le prime avvisaglie di scontro sulla riforma del pubblico impiego, cala sul tavolo le sue carte e chiede «obiettivi possibili» da realizzare con la trattativa. Solo così il paese «potrà recuperare il terreno perso» ha detto il leader Guglielmo Epifani aprendo la Conferenza organizzativa della confederazione. Ma il dialogo presuppone «volontà e capacità d´ascolto perché altrimenti non funziona e prima o poi finisce».
Fino ad ora, è sottinteso, secondo la Cgil ciò non è stato e lo dimostra il fatto che mercoledì scorso, dopo 15 minuti di confronto sul pubblico impiego con il ministro Brunetta, gli uomini di Epifani si sono alzati dal tavolo contestando «metodologie scorrette».
Il raffronto con l´esecutivo, dunque, è già in salita. «Ad essere onesti e ultime elezioni sono state un terremoto della cui profondità e intensità saranno i prossimi anni ad indicarci la consistenza» ha detto il leader della Cgil. Per ora- precisa - «possiamo avanzare delle riserve motivate, esprimere valutazioni sulle scelte, senza pregiudizi, ma anche senza conformismi». L´elenco delle «contraddizioni e dei paradossi» però è già fitto: «Il quadro che vediamo avanzare non ci rassicura e lo riscontriamo già dai primi provvedimenti presi: si è federalisti da una parte e statalisti nel prelievo fiscale dall´altra; autonomisti un giorno e nazionalisti l´altro; europeisti sul bilancio e non europei a proposito del reato di immigrazione clandestina, visto con sospetto a differenza degli altri paesi».
Centrale il problema della contrattazione: «Contrattare è il nostro compito fondamentale» ha detto Epifani, ma proprio in questo campo sono arrivati «gli attacchi più forti, ispirati a un presunto ritorno di paternalismo ottocentesco; attacchi di chi dà senza contrattare e lo teorizza pure». Sono in tanti - secondo Cgil - «che non vogliono regole né in alto né in basso: hanno allergia ai tavoli con più sedie di fronte».
Il sindacato dunque chiede chiarezza su Alitalia: «Abbiamo diritto di sapere»; suggerisce «interventi fiscali redistributivi dell´ordine di 5-6 miliardi a favore del lavoro dipendente e delle pensioni»; avverte soprattutto che «siamo seduti su una polveriera: il governo deve occuparsi di inflazione, prezzi e tariffe». E tornando al primo nodo sul tavolo Epifani rilancia: «Non difendiamo i fannulloni, ma basta con questa raffigurazione caricaturale sul pubblico impiego: lì il vero cancro è l´eccesso di clientelismo»
Dai «colleghi» di Csil e Uil, pur se prevale il senso di unità, arrivano perplessità sulla linea: a partire proprio dalla questione statali. I e sindacati scriveranno insieme una lettera a Brunetta (che aveva escluso le categorie dal tavolo e dato 48 ore di tempo per fornire rilievi vie mail al piano presentato) per invitarlo a rivedere i modi, ma Bonanni, leader della Cisl avverte: «Non bisogna scambiare il metodo con il merito e noi dobbiamo stanare il governo sulle questioni di merito. Spero che li inchioderemo insieme, governo e ministro della Funzione Pubblica». «Le questioni che ha posto Epifani sono serie e importanti - ha aggiunto Luigi Angeletti leader della Uil - ma bisogna avere la consapevolezza che abbiamo bisogno del cambiamento e non averne paura».