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Repubblica-Atenei, è incostituzionale il primo articolo della legge

La decisione votata dalla Commissione parlamentare e resa nota dall'opposizione. La Cgil: "Ora per il decreto tutto da rifare" Atenei, è incostituzionale il primo articolo della legge di MARIO ...

20/10/2005
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la Repubblica

La decisione votata dalla Commissione parlamentare e resa nota dall'opposizione. La Cgil: "Ora per il decreto tutto da rifare"

Atenei, è incostituzionale il primo articolo della legge

di MARIO REGGIO

Gli studenti nella conferenza d'ateneo alla Sapienza ROMA - La commissione parlamentare Affari costituzionali ha bocciato l'articolo 1 della legge sullo stato giuridico dei docenti universitari. L'annuncio è stato datoi dai parlamentari dei Ds Giovanna Grignaffini e Walter Tocci. "La legge sullo stato giuridico dei docenti universitari è sbagliata, è contro le più elementari regole costituzionali e doveva essere ritirata. Moratti - continuano i due esponenti politici - ha ignorato i nostri appelli a fermarsi, quelli dei rettori, dei professori e dei ricercatori".
"E' una bella notizia - commenta Enrico
Panini, segretario generale della Flc-Cgil-. Con la decisione della Commissione parlamentare il Ministro Moratti ora non potrà più sottrarsi. L'iter, pertanto, dovrà prevedere un ulteriore passaggio al Senato".

La decisione arriva all'indomani dell'assemblea congiunta dei Senati accademici e dei Consigli di amministrazione delle 77 università italiane: da tutti gli atenei è giunta la conferma della netta bocciatura del decreto già espressa dalla Conferenza dei Rettori, insieme alla richiesta di ritiro del testo dalla Commissione e rinvio del dibattito in aula, previsto per il 25 ottobre.
Un voto commentato dal presidente della conferenza dei rettori, Piero Tosi: "Ancora una volta l'Università si mostra unita nel chiedere con forza a Governo e Parlamento di ascoltare la sua voce e di affrontare in modo nuovo e organico, a partire dalla definizione dello stato giuridico dei docenti, le esigenze fondamentali del sistema universitario per il rilancio del Paese".

Il caso Sapienza. A Roma, nell'ateneo più grande d'Italia, le cose sono andate in modo meno tranquillo. Alla Conferenza d'ateneo hanno partecipato, oltre ai docenti anche gli studenti, che a gran voce hanno urlato "dimissioni, dimissioni". Gli studenti hanno chiesto le dimissioni del rettore, assieme a quelle dei Presidi di facoltà, per protestare contro il decreto Moratti. "Le dimissioni di un singolo rettore non portano a nulla - ha replicato il rettore Guarini - ma mi impegno a riportare la vostra richiesta all'assemblea della Crui, che si svolgerà prima dell'annunciato voto a Montecitorio. Ed io quando prendo un impegno lo mantengo". Poi un invito all'unità: "Questo è il momento di essere compatti e di agire su tutti i fronti possibili per ottenere che sia questo decreto venga modificato, assieme alla legge finanziaria 2006".
Gruppi di studenti si affollano attorno al tavolo dove siedono il rettore e i rappresentanti dei docenti. L'Aula Magna non riesce più a contenere tutti. Centinaia di studenti si riuniscono sulla scalinata del Rettorato, vengono montati gli altoparlanti nel largo dove campeggia la statua della Minerva. Il dibattito si fa teso, viene spesso interrotto dagli slogan contro la Moratti. Ma anche i docenti non vengono risparmiati: "Vi abbiamo chiesto più di una volta di bloccare la didattica, ai presidi di dimettersi in segno di protesta, - urla una studentessa di Lettere - di occupare con noi le facoltà. Invece voi continuate a dire che il decreto va modificato, e sapete molto bene che delle vostre proteste alla Moratti non gliene frega niente. Vero, siamo tutti sulla stessa barca, ma a remare siamo solo noi".
Riprende la parola il rettore Guarini: "Non rientra nei miei poteri sospendere la didattica. Non mi si può chiedere di commettere atti illegali". Ma ha assicurato che parteciperà alla manifestazione nazionale che si svolgerà a Roma il 25 ottobre se il decreto arriverà al voto in aula.