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Repubblica-Atenei, lezioni in piazza contro la legge Moratti

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11/10/2005
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la Repubblica

Pagina 27 - Cronaca
I PUNTI
La protesta per la riforma dello stato giuridico dei docenti. E i rettori minacciano dimissioni di massa
Atenei, lezioni in piazza contro la legge Moratti
Il testo potrebbe essere votato alla Camera il 25 ottobre. Blocco dei concorsi a cattedra
La rabbia per l'abolizione dei ricercatori sostituiti dai precari
MARIO REGGIO


ROMA - Blocco dei corsi di laurea. Lezioni in piazza. Atenei aperti al pubblico. È partita ieri la settimana di mobilitazione nelle università statali contro il disegno di legge Moratti sulla figura giuridica dei docenti universitari. E tra i rettori si fa strada l'idea di una scelta clamorosa: le dimissioni in massa.
La protesta si sta espandendo a macchia d'olio e ha preso vigore dopo l'approvazione, con il voto di fiducia, in Senato. Il testo del disegno di legge approderà il 18 ottobre in Commissione Cultura alla Camera, ma vada come vada, arriverà in aula per la discussione generale il 25 ottobre. Se il testo non subirà modifiche diventerà legge dello Stato. "Una delle prime conseguenze sarà il blocco per qualche anno di tutti i concorsi a cattedra - commenta il senatore dei Ds Luciano Modica, ex presidente della Conferenza dei Rettori - perché mancano i decreti delegati d'attuazione della nuova articolazione dei concorsi nazionali. Il testo che è uscito dal Senato prevede "posti riservati" che non premiano il merito ma l'anzianità. Tutto il contrario di quello che va sbandierando la maggioranza".
In attesa del dibattito parlamentare, negli atenei, la tensione sale con il passare delle ore. Ieri, al termine di una affollatissima assemblea nell'Aula Magna alla Sapienza, è stata approvata una mozione comune di studenti, docenti, precari e ricercatori che ha deciso il blocco della didattica a oltranza, oltre ai cinque giorni di protesta proclamati a livello nazionale. E nel pomeriggio gli studenti hanno occupato la facoltà di Fisica.
Aria di rivolta anche all'università di Torino, dove ieri pomeriggio il Senato accademico ha approvato una dura mozione contro il disegno di legge Moratti. "Il documento sarà portato giovedì prossimo in discussione alla Crui - afferma il rettore Ezio Pelizzetti - e si discuterà anche della proposta di dimissioni in massa di tutti i rettori degli atenei statali". Una proposta lanciata nei giorni scorsi dai docenti dell'università di Calabria e sollecitata, con una lettera inviata a tutti i colleghi, dal rettore dell'Aquila Ferdinando Di Iorio.
La protesta dilaga anche a Bologna. Nell'antica Alma Mater, ricercatori, studenti universitari e delle superiori, hanno approvato il blocco della didattica per 107 corsi ed il corteo anti Moratti, ma anche la richiesta di dimissioni del rettore Pier Ugo Calzolari e di tutti i docenti. Il corteo attraverserà domani le strade del centro cittadino, per protestare contro la scomparsa progressiva del ruolo dei ricercatori e la sostituzione con soggetti assunti con contratti di diritto privato a termine.
A Firenze gli studenti hanno occupato ieri pomeriggio la facoltà di Matematica, dopo un'accesa assemblea assieme ai docenti e ai ricercatori. Ma la protesta potrebbe non fermarsi a questa settimana. il Coordinamento nazionale dei ricercatori precari ha infatti proposto di "continuare la mobilitazione e il blocco dell'attività didattica, con assemblee per discutere delle conseguenza del disegno di legge Moratti", fino al 24 ottobre, quando il testo verrà discusso dall'Assemblea di Montecitorio.