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Repubblica: Bocciati per un cinque alle elementari, bufera sulla Gelmini

Protesta il Pd e la Lega annuncia: faremo cambiare il decreto. Cobas in piazza contro i tagli

27/09/2008
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la Repubblica

MARIO REGGIO

ROMA - È di nuovo bufera contro il decreto Gelmini-Tremonti sulla scuola. La possibilità di bocciare un allievo delle elementari e delle medie inferiori se alla fine dell´anno ha un cinque in una sola materia, norma contenuta nel decreto 137 approvato dal Consiglio dei ministri e che approderà lunedì prossimo nell´aula di Montecitorio, ha scatenato un vero tsunami. Il Partito democratico promette battaglia e assieme all´opposizione si schiera la Lega. Il capogruppo in commissione Cultura della Camera, Paola Goisis, ha annunciato di avere già depositato un emendamento per bloccare l´articolo 3 del decreto. Il ministero dell´Istruzione, in risposta all´articolo di Repubblica, replica: «Le notizie sono destituite di ogni fondamento, il decreto prevede sì che occorra il 6 in ogni materia per essere promossi, ma la decisione spetterà al consiglio di classe che considererà il livello complessivo di apprendimento dello studente. L´intera materia della valutazione - conclude il comunicato - troverà chiarimento definitivo a breve con il previsto regolamento».
Per chiarezza partiamo dal testo dell´articolo 3 del decreto 137. «Dall´anno scolastico 2008-2009 nella scuola primaria la valutazione periodica ed annuale degli apprendimenti degli alunni è espressa in decimi ed illustrata con un giudizio analitico». Per le medie: «La valutazione delle competenze è espressa in decimi». Fin qui nulla di nuovo: si torna al voto da uno a dieci. La sostanza viene dopo: «Sono ammessi alla classe successiva, ovvero all´esame di Stato a conclusione del ciclo, gli studenti che hanno ottenuto un voto non inferiore a sei decimi in ciascuna disciplina o gruppi di discipline».
Non c´è traccia del giudizio unanime del collegio dei docenti. E con il ritorno del maestro unico alle elementari, chi potrà mettere in discussione la sua valutazione su ogni singolo allievo? Consola il fatto che verrà scritto un regolamento ad hoc nel prossimo futuro. Ma è il decreto che affronterà il voto del Parlamento, non il futuro regolamento. Sarcastico il commento di Silvana Mura, parlamentare dell´Idv: «Il sospetto che al ministero qualcuno non si rendesse conto di quello che scriveva era sorto ad una prima lettura del decreto. ora con la nota che tenta di negare l´evidenza della bocciatura con una solo insufficienza, abbiamo la certezza che non sanno leggere».
E mentre i Cobas manifestano in tutte le città e assediano il ministero dell´Istruzione, il professor Benedetto Vertecchi, ordinario di Pedagogia sperimentale a Roma 3 commenta: «I bambini hanno ritmi di sviluppo diversi. Anche in Inghilterra la regola è il passaggio automatico alla classe successiva per gli allievi del primo ciclo, in Francia i giudizi vengono scritti a fine ciclo. Un solo maestro non può stare dietro a 30 o 40 bambini. Nel passato la soluzione era una raffica di bocciature ogni anno. Oggi non può essere più così».
Cesare Moreno, uno dei coordinatori del progetto Chance, un maestro di strada a Napoli afferma: «A che serve bocciare? Nessuno schieramento politico si è mai posto il problema vero: dare gli strumenti per far crescere chi è in difficoltà».

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