Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Repubblica-Bocconi, giro di vite all'americana "Più rigore per avere solo i migliori"

Repubblica-Bocconi, giro di vite all'americana "Più rigore per avere solo i migliori"

I DATI L'università milanese rende più difficili le selezioni per non perdere la sfida con l'Europa. Corsi ridotti da 9 a 6 Bocconi, giro di vite all'americana "Più rigore per avere solo...

19/11/2005
Decrease text size Increase text size
la Repubblica

I DATI
L'università milanese rende più difficili le selezioni per non perdere la sfida con l'Europa. Corsi ridotti da 9 a 6
Bocconi, giro di vite all'americana "Più rigore per avere solo i migliori"
7,6%
10.006
1.000
8.683 euro
La Business school cambia: così rischia il 10% degli studenti

Il rettore: ci deve essere più partecipazione e sradicare la cattiva abitudine di studiare solo per superare l'esame
Il nuovo regolamento entrerà in vigore per le prossime matricole, il primo test specialistico ci sarà nel 2009
TERESA MONESTIROLI

MILANO - La Bocconi diventa ancora più severa. Maggiore selezione e internazionalizzazione: l'università dei manager scommette sul modello americano. Al suo secondo anno a capo della business school più famosa d'Italia - dove il 55 per cento degli studenti non risiede in Lombardia - il rettore Angelo Provasoli stravolge l'offerta formativa e spinge l'ateneo verso una maggior scrematura degli studenti per "attrarre sempre più giovani motivati e di qualità". E cambia il metodo pedagogico: "Bisogna rendere più attiva la partecipazione degli studenti - spiega - affiancando alla lezione frontale anche lavori di gruppo e simulazioni di casi, per sradicare la cattiva abitudine di studiare solo per superare l'esame".
Alla prima delle due giornate di orientamento - la seconda è oggi dalle 9.30 alle 14 al Velodromo in piazza Sraffa - , il Magnifico racconta la Bocconi del futuro. Un ateneo che punta tutto sulla selezione degli studenti (in ingresso e in itinere) e sulla loro formazione internazionale (due lingue obbligatorie). Con una diminuzione dei posti per le matricole (l'anno prossimo saranno 2.510, 400 meno rispetto a quest'anno) che "spesso hanno una preparazione molto scarsa, non solo in inglese", e una valutazione degli studenti anche alla fine del primo anno di corso. A maggio, infatti, per continuare a studiare nelle aule di via Sarfatti, i giovani dovranno aver conseguito almeno il 40 per cento dei crediti previsti nel primo anno. Altrimenti dovranno ripetere l'anno "o andare altrove - specifica il rettore - . Abbiamo fatto un calcolo approssimativo: se dovessimo inserire questa regola oggi, solo il 10 per cento delle nostre matricole sarebbero costrette a fermarsi. Immagino che una volta avvisati, gli studenti saranno più motivati a raggiungere gli obbiettivi fissati e i ripetenti saranno meno". Ma la selezione non sarà solo all'ingresso. Terminato il triennio chi vorrà proseguire con le lauree specialistiche dovrà superare un altro test: un esame a cui tutti i bocconiani dovranno sottoporsi, insieme ai concorrenti che provengono dalle altre università, per accaparrarsi un posto. Il regolamento entrerà in vigore per le prossime matricole, il primo test specialistico sarà nel 2009.
Novità anche sul fronte della didattica. In controtendenza con tutte le università italiane, che con l'introduzione del 3 più 2 hanno moltiplicato il corsi triennali, la Bocconi riduce l'offerta formativa passando da 9 corsi di primo livello a 6. "L'intento è quello di offrire ai giovani una buona base di metodologia e di principi di economia per prepararli meglio al mondo delle professioni. Per questo i tre corsi di laurea in economia (aziendale, finanza e scienze sociali) avranno i primi tre semestri in comune in modo da garantire una forte formazione di base. Terminato questo periodo, gli studenti avranno 14 percorsi, chiamati "majors", per proseguire. In questo modo gli daremo più responsabilità".
Infine il rettore torna sul tema dell'internazionalizzazione, fiore all'occhiello della facoltà di economia, perché "il contesto culturale nel quale bisogna svilupparsi non è più l'Italia, ma l'Europa". E ricorda un piccolo, ma gratificante risultato: "Per la prima volta quest'anno abbiamo due studenti di Harvard che trascorrono sei mesi da noi". A partire dall'anno venturo, tutti i bocconiani dovranno conseguire almeno due esami in lingua inglese - per chi vuole c'è anche un intero corso in inglese che riserva il 35% dei posti agli italiani - mentre non saranno obbligati, ma caldamente invitati a passare un semestre di studio in una delle 140 università nel mondo partner della Bocconi. Un network su cui l'università ha investito molto negli ultimi anni allacciando rapporti stabili con atenei non solo europei, ma anche negli Stati Uniti e in Asia.