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Repubblica: Boom dei licei, tecnici in crisi ecco l´esercito dei nuovi iscritti

I dati 2006-‘07 confermano il trend: 100 mila alunni persi in 10 anni negli industriali e commerciali

17/03/2007
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la Repubblica

i numeri

Classico, scientifico, magistrali dovranno fare posto a 25 mila alunni in più Ora il governo vuole invertire la tendenza

SALVO INTRAVAIA

ROMA - Licei in crescita anche il prossimo anno. Restano i classici, gli scientifici e gli ex magistrali (ora licei socio-psicopedagogici) gli istituti più gettonati dai ragazzi. Sta invece diventando imbarazzante il calo che colpisce gli istituti tecnici, dove insegnanti e capi d´istituto cercano in tutti i modi di arrestare la fuga degli alunni. Nel 2007/2008, su 100 iscritti nelle scuole secondarie di secondo grado 41 frequenteranno i licei, 34 gli istituti tecnici, 21 l´istruzione professionale (Ipsia e istituti alberghieri) e 4 i licei artistici e gli istituti d´arte. Ecco la nuova geografia della scuola superiore alla luce delle scelte operate da ragazzi e famiglie lo scorso 27 gennaio. In questi giorni, i tecnici del ministero della Pubblica istruzione stanno mettendo a punto la macchina organizzativa per il prossimo mese di settembre e i primi dati confermano il boom dei licei e la crisi dell´istruzione tecnica. La cosiddetta istruzione classica dovrà fare posto a 25 mila alunni in più mentre l´istruzione tecnica dovrà fare i conti con l´ennesimo calo dei consensi. Stabile l´istruzione professionale e quella artistica.
Per comprendere le profonde trasformazioni che hanno interessato la scuola e la società italiana basta osservare il trend degli iscritti nell´ultimo decennio, quando a farla da padrona erano gli istituti tecnici. Nel breve volgere di dieci anni Tecnici industriali, commerciali e per geometri hanno perso quasi 100 mila alunni e i licei hanno incrementato gli iscritti del 25 per cento. E dire che il boom economico degli anni ‘60 è stato sorretto proprio dai periti industriali, dai geometri e dai ragionieri usciti dalle scuole superiori del Paese.
Oggi, tutto questo sembra lontano secoli. I tecnici commerciali e per geometri in pochi anni si sono svuotati, perdendo in alcuni casi anche il 50 per cento degli alunni, e le classi dei licei arrivano ad accogliere anche 35 alunni. Un fenomeno che ha colto di sorpresa l´intero sistema-scuola. Ma il governo Prodi vuole invertire la tendenza. Martedì prossimo alla Camera andranno in discussione gli articoli del decreto Bersani sulle liberalizzazioni che riguardano la scuola. «Basta guardare i dati: il fenomeno è stato accentuato dall´incertezza creata dalla riforma Moratti», dice Mariangela Bastico, vice ministro della Pubblica istruzione, che considera allarmanti i numeri sul calo degli iscritti negli istituti tecnici. «Non è un caso - osserva - che le regioni italiane più sviluppate sono, oggi, supportate da una area tecnico professionale avanzata. Del resto, l´investimento fatto dallo Stato tra le due guerre e nell´immediato dopoguerra ha dato i suoi frutti negli anni sessanta». Il decreto Bersani contiene un pezzo di riforma delle scuole superiori che potrebbe invertire la tendenza. «Abbiamo deciso di valorizzare l´area tecnico professionale - continua la Bastico - attraverso tre azioni: il biennio obbligatorio al superiore, la revisione dei programmi degli istituti tecnici e professionali e i Poli tecnico-professionali che istituzionalizzano la formazione post-diploma. In questo modo la scuola può rispondere alle peculiarità di tanti giovani che ogni anno si disperdono, alle esigenze del mercato del lavoro italiano e di quello europeo che richiede figure professionali, specializzate e giovani».