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Repubblica-Ciampi: la scuola integri gli stranieri

Ciampi: la scuola integri gli stranieri Messaggio per l'inizio dell'anno. La Moratti: insegnate il rispetto "La scuola ha saputo unire gli italiani e dare l'orgoglio di misura...

21/09/2004
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la Repubblica

Ciampi: la scuola integri gli stranieri
Messaggio per l'inizio dell'anno. La Moratti: insegnate il rispetto
"La scuola ha saputo unire gli italiani e dare l'orgoglio di misurarsi in virtù e conoscenza"
Nel 1999 dall'altare della Patria Ciampi aveva salutato i ragazzi al ritorno sui banchi
Il discorso del Presidente al mondo dell'istruzione ieri dal Vittoriano. E' l'ultimo richiamo all'unità nazionale
Raccomandazione ai genitori perché educhino i figli "al piacere di scoprire le cose, all'onestà e alla dignità"
lo stato La scuola è stata ed è il cuore pulsante dello Stato, della Nazione che con essa si è rafforzata ed è cresciuta
i giovani Educhiamoli all'onestà e al rispetto Regaliamo loro un libro e poi parliamone insieme
GIORGIO BATTISTINI


ROMA - A scuola di unità. Dal simbolo assoluto dell'unità nazionale, quel Vittoriano di piazza Venezia per definizione "altare della patria", Ciampi chiama il mondo dell'istruzione, insegnanti e studenti, a vigilare appunto sull'unità d'Italia. In evidente pericolo. Dal capo dello Stato, nel 20 di settembre giorno di Roma capitale, parte quasi un appello alla mobilitazione nazionale diretto al mondo della scuola, e dunque a tutte le famiglie italiane. Contro le spinte centrifughe presenti in certi angoli del Paese, ingigantite dall'uso politico che ne viene fatto. Un altro appello ancora, dopo le drammatiche parole di cinque giorni fa, a Piacenza, quando il presidente ha voluto ricordare il suo ruolo di "garante" dell'unità nazionale, impegno sacralizzato dal giuramento sulla Costituzione davanti al Parlamento. Una richiesta forte, quella di Ciampi, tutt'altro che convinto dalla pioggia di rassicurazioni che Berlusconi e i suoi ministri continuano a diffondere.
Parla "ancora una volta" dal monumento "consacrato all'unità della patria e alla libertà dei cittadini". Fin dal primo messaggio agli studenti, ricorda il capo dello Stato, cinque anni fa, "ho sentito vibrante il legame che congiunge l'Italia unita dal Risorgimento e la scuola". Proprio la scuola infatti "è stata ed è il cuore pulsante dello Stato, della Nazione. Che con essa si è rafforzata, è cresciuta, è maturata nei decenni". La scuola infatti "ha saputo unire gli italiani, educarli all'amor di Patria, alla democrazia. Ha saputo dar loro l'orgoglio di misurarsi in virtù e conoscenza", dice ricorrendo al Dante dell'Inferno. Sui banchi s'è cementata quell'italianità, quel senso di comune appartenenza alla stessa patria che certe riforme in cantiere sembrano mettere in discussione. Eppure l'unità d'Italia fu pensata da Mazzini come parte d'un più vasto progetto di liberazione dei popoli d'Europa.
Dell'unità a rischio Ciampi aveva parlato agli studenti ancora nel settembre del 2000. In seguito s'era occupato del terrorismo (nell'anno degli aerei-bomba di New York), difendendo per due volte di seguito la scuola statale e quella pubblica. Nel suo primo messaggio dal Vittoriano, nel settembre ?99, aveva dato il benvenuto agli 83mila studenti stranieri in Italia. E anche ieri mattina, nel tradizionale saluto d'ogni inizio d'anno, ha voluto occuparsi di loro. Ricordando che proprio alla scuola "è affidato l'ulteriore compito di integrare i figli dei lavoratori stranieri che, studiando nelle nostre aule a fianco a fianco dei nostri ragazzi, creano per sé e per le proprie famiglie le fondamenta più solide di una futura cittadinanza".
Nel messaggio di Ciampi, e nelle parole del ministro dell'Istruzione, c'è un'attenzione speciale anche per gli adulti. "Insegnate il rispetto per gli altri" raccomanda Letizia Moratti agli insegnanti di quegli studenti che diventeranno cittadini ed elettori. Più ampio il richiamo del capo dello Stato, collegato alle complessive difficoltà del sistema Italia. "Ce la possiamo fare, ce la dobbiamo fare", incoraggia, senza tuttavia nascondersi che il Paese attraversa "un momento della sua vita economica e sociale molto impegnativo per la complessità delle sfide e delle opportunità che la globalizzazione ha suscitato". Si può uscirne bene tenendo "come riferimento, come stella polare l'interesse della Nazione". I recenti successi alle Olimpiadi dimostrano che "competere è possibile, anche quando i concorrenti diventano sempre più numerosi".
Agli adulti (genitori e insegnanti), un accorato appello che pare quasi la raccomandazione affettuosa d'un nonno che ha a cuore la salute morale e mentale dei nipoti. Educhiamo i giovani, dice, al "piacere di scoprire le cose". Educhiamoli "con l'esempio all'onestà, alla dignità, al rispetto. Regaliamo loro un libro e poi parliamone insieme". Ma soprattutto "non lasciamo i nostri figli soli, davanti alla televisione o al computer. Condividiamoli con loro".