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Repubblica: "Classi speciali, abbiamo vinto"

Il segretario della Cgil Epifani al Mandela Forum per la chiusura della campagna antirazzista

23/03/2009
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la Repubblica

FULVIO PALOSCIA
No ad un governo «che quando deve andare contro i lavoratori deregolamenta tutto e quando deve andare in favore della rendita e del patrimonio fa la stessa cosa». No ai medici spia che potranno segnalare alle autorità immigrati clandestini, «non si può trasformare l´opera umanitaria dei medici in un´azione di polizia, è una normativa regressiva. Fortunatamente questa disposizione non è ancora legge, la battaglia non è finita e sono sicuro che la vinceremo». Così come Guglielmo Epifani considera vinta quella contro le classi speciali scolastiche per soli stranieri, «quando il ministro dell´istruzione Gelmini dice che nelle classi potrà essere presente un massimo del 30% di studenti stranieri, è evidente che senza ammetterlo, si è respinta l´ipotesi di istituire classi destinate esclusivamente a ragazzi non italiani». Il segretario della Cgil è intervenuto, ieri mattina, al Mandela Forum, alla chiusura della campagna antirazzista «Stesso sangue, stessi diritti» voluta dal sindacato in questi tempi di crisi «che rischiano di far saltare l´anello di congiunzione tra principio di giustizia e principio di utilità. La storia ci insegna che le dittature sono nate dopo crisi durissime: vedi il nazismo».

«CERTI VALORI - prosegue Epifani - vanno affermati con maggiore forza nei momenti di recessione, perché è da questi frangenti che le idee di uguaglianza e dignità possono uscire gravemente lesi». La crisi infatti «ci fa vedere l´immigrato come colui che è fuori posto - aggiunge Franca Cecchini, della segreteria regionale Cgil - e quindi non ci fa riconoscere nell´altro, secondo una visione tribale per cui lo straniero è colui che usurpa il lavoro, la casa, le donne. L´affermazione romeno uguale stupratore, ad esempio, è quanto di più aberrante si possa pensare: lo stupro non ha nazionalità, chi afferma questo offende le donne di ogni razza». Poi ci sono loro. Gli immigrati, al Mandela Forum - in platea anche il rabbino e l´imam, assente l´annunciato Don Momigli - per dare la loro testimonianza: Ehjauj Naja, operaia, racconta la crisi del tessile pratese vissuta da un´extracomunitaria; Matar Ndaiye, presidente del consiglio degli stranieri della provincia di Pisa, chiede a gran voce «il diritto di voto, perché solo così potremo lottare contro una politica che fa scelte sbagliate: perché i permessi di soggiorno devono essere rilasciati dalla questura e non dalle amministrazioni locali?». Mentre Felix Ndri, lavoratore edile, vede nella recessione «un´opportunità di coesione per lottare tutti insieme». Nel pomeriggio, allo stadio, durante l´intervallo della partita (la Fiorentina ha aderito alla campagna) la spettacolare coda dell´iniziativa: uno striscione gigantesco srotolato in campo da ragazzini di tutte le etnie sulle note di «Biko» di Peter Gabriel cantata dai Simple Minds.