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Repubblica-Cosa vuol dire sfilare uniti contro le Br -di Giorgio Bocca

Cosa vuol dire sfilare uniti contro le Br GIORGIO BOCCA Uniti contro il terrorismo! Tutti d'accordo a sinistra come a destra nella lotta al terrorismo come anomalia non sopportabile dalla democr...

06/11/2003
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la Repubblica

Cosa vuol dire sfilare uniti contro le Br
GIORGIO BOCCA
Uniti contro il terrorismo! Tutti d'accordo a sinistra come a destra nella lotta al terrorismo come anomalia non sopportabile dalla democrazia, come minaccia non a questo o a quel partito, a questa o a quella istituzione, ma dell'intero sistema costituzionale. L'unità fu l'arma vincente negli anni di piombo, l'ostacolo ultimo e definitivo di fronte al quale i brigatisti storici come Mario Moretti o Franco Bonisoli dovettero fermarsi, arrendersi dopo il sequestro Moro. Ci fu in quei giorni una rivelazione spontanea dei rapporti di forza: sparse e disunite le manifestazioni di appoggio dell'area di simpatizzanti delle Br, una minoranza da non sottovalutare, ma sempre minoranza anche nell'ora in cui come dice Mario Moretti "la rivoluzione sembrava scendere dal cielo" estrema illusione. E dall'altra la grande schiacciante maggioranza del paese, diviso fra i vari partiti ma unito dalla profonda convinzione sulla democrazia come conquista definitiva. Quell'unità fu in parte dovuta alla mancanza nelle Brigate rosse di un preciso progetto rivoluzionario, al loro colpire in ogni direzione, casualmente, secondo un simbolismo incomprensibile, diretto contro il riformismo più che contro i nemici di classe, vedi gli omicidi di giudici come Bachelet, di giuristi come Ruffilli, di giornalisti come Tobagi di null'altro colpevoli che della loro onestà civile e professionale.
E fu una unità con pochi o nessun confronto nella storia italiana perché vi ebbero parte di primo piano i comunisti, i nemici storici della borghesia, i sovversivi degli anni del fascismo. Fu un intervento quello del partito comunista che l'attuale manifestazione non dovrebbe dimenticare o distorcere. Un intervento rischioso: il questionario sulle Brigate rosse scritto e distribuito a Torino che poteva essere inteso come un invito alla delazione seminò dissensi e dubbi nella base operaia; gli interventi di Lama contro il movimentismo che in parte alimentò il terrorismo non piacque ai giovani sessantottini, e così il comunista Pecchioli che aveva il filo diretto con il ministro democristiano Cossiga si ebbe le sue scritte minacciose. Ma tirate le somme la posizione antiterrorista del Pci e della sinistra in genere risultò vincente. Fu questa unità, questo isolamento della lotta armata a creare il fenomeno dei pentiti, decisivo (su questo ha ragione Moretti) nella resa delle Br. Tutti uniti contro il terrorismo. Benissimo, ma cercando di essere coerenti, di non ricorrere in continuazione alla propaganda e alle insinuazioni contro il sindacato. Non si può fare di alcuni appartenenti al sindacato (ma chi non lo è in Italia?) dei terroristi infiltrati nel sindacato.
Lo stesso balordo ragionamento potrebbe essere fatto per qualsiasi istituzione di massa, l'Inps come l'Automobil Club. Non si può ad ogni arresto di un terrorista riempire le pagine dei giornali governativi con la storia del "ritratto di famiglia" per far rientrare qualsiasi straccio anarcoide nella storia e nelle responsabilità del comunismo italiano. Semmai a giudicare dalle biografie dei nuovi terroristi si è tentati di collegarli a una piccola borghesia impiegatizia esasperata dalla durezza della rivoluzione tecnologica e dall'arroganza della casta manageriale.
Questo movente personale di rabbia e di protesta aveva, del resto, già avuto il suo peso nella formazione delle Br storiche da Moretti a Semeria a Ognibene aveva contato molto quel movente di orgoglio personale, quel "vogliamo fargliela vedere a questi che ci comandano". E, almeno i brigatisti storici avevano mutuato dal partito comunista l'impegno all'organizzazione seria, alla lotta dura del "pugno d'acciaio" sovietico. Completamente assente nel terrorismo attuale in cui ce ne vogliono una ventina, e lunghi mesi di preparazione per uccidere due professori disarmati e senza scorta. L'unità contro il terrorismo è una cosa positiva, l'uso propagandistico del terrorismo, le sue analisi o motivazioni senza costrutto sono soltanto bassa politica.