Repubblica-E io al ministro parlerò di democrazia della scuola

L'INTERVISTA
Mattia Stella, presidente della Consulta degli studenti
"E io al ministro parlerò di democrazia della scuola"
Il mio intervento a nome di tutti i ragazzi E sarò dalla parte dell'insegnamento pubblico
BEATRICE RUTILONI

Nel nome degli studenti. Così parlerà Mattia Stella, 19 anni, ultimo anno all'istituto Europa. È il presidente della Consulta Provinciale di Roma. Domani pomeriggio avrà nove minuti di tempo per relazionare con la Moratti, per ragguagliarla sui forti contrasti venuti fuori con chiarezza ieri pomeriggio nella sede della Consulta, all'istituto tecnico Galilei all'Esquilino dove si è tenuta la riunione plenaria.
Mattia, tu hai un doppio ruolo in questi stati generali: rappresentante della consulta e studente. Forse sono antitetici, quale farai prevalere?
"Parlerò da studente, dopo aver fatto il mio dovere, portare cioè in sede di stati generali i documenti delle scuole che mi sono stati consegnati e che riceverò fino a domani. Solo dopo tornerò ad essere quello di sempre: uno studente in protesta. Mi sento però più vicino a coloro che staranno fuori dal palazzo che non a quelli che invece entreranno. Voglio dire che io, loro, tutti gli studenti, nessuno escluso, è estraneo agli Stati Generali della scuola".
La prima critica alla riforma?
"Prima di tutto parlerò del concetto di "cultura della legalità" nella scuola, poi dell'importanza della democrazia al suo interno. Infine del disegno di legge sulla devoluzione di poteri alle Regioni, per me un atto barbaro".
Cosa dirai a difesa della scuola pubblica?
"Che deve rimanere tale. Citerò l'esempio di una scuola elementare pubblica a tempo pieno di San Basilio: l compito di una scuola è accogliere ed emancipare bambini dal retroterra culturale differente, come lì fanno mettendoli nello stesso banco".