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Repubblica-E l'opposizione si spacca sul divieto di Cofferati

IL CASO La linea del no totale al confronto conquista consensi. Ma c'è chi obietta: da soli fanno peggio E l'opposizione si spacca sul "divieto" di Cofferati ROMA - Cofferati sì, Co...

06/01/2003
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la Repubblica

IL CASO
La linea del no totale al confronto conquista consensi. Ma c'è chi obietta: da soli fanno peggio
E l'opposizione si spacca sul "divieto" di Cofferati

ROMA - Cofferati sì, Cofferati no. Il centrosinistra si divide sul no al dialogo con Berlusconi pronunciato dall'ex segretario della Cgil. Cofferati sbaglia, secondo il capogruppo della Margherita Pierluigi Castagnetti, perché "il Parlamento è la casa di tutti, lì abbiamo il dovere di verificare le reali intenzioni della Cdl". Sbagliato dunque chiudere la porta, "ritenere che con Berlusconi non si debba prendere neanche un caffè". Castagnetti lancia questo appello: "Stop al tormentone mediatico, andiamo in Parlamento e verifichiamo le reali disponibilità per le riforme e per quali riforme". Cofferati invece ha pienamente ragione secondo Fabio Mussi, vicepresidente della Camera, uno dei leader del correntone ds: "Non ci sono nemmeno le precondizioni per andare a vedere la presunta offerta della maggioranza, che in realtà come dice Sergio è una trappola, un diversivo". Il centrodestra ha portato all'incasso una serie di provvedimenti ad personam: falso in bilancio, rogatorie, una pessima proposta sul conflitto di interessi. "In un simile contesto l'elezione diretta del premier, che peraltro perfino Israele ha abbandonato, sarebbe il coronamento di un vecchio sogno: un uomo solo al comando, la concentrazione assolutistica del potere". Mussi detta le seguenti condizioni per un dialogo: "Gettare in mare la Cirami, abrogare il falso in bilancio, fermare l'iter del conflitto di interessi, mettere fine alla farsa del cda Rai...". Anche perché, come aggiunge il coordinatore del correntone ds Vincenzo Vita, "non dobbiamo subire l'agenda del centrodestra, nel paese i problemi sono altri, a cominciare dalla crisi economica".
Enrico Boselli, leader dei Socialisti italiani, però prende le distanze dalle posizioni di Cofferati: "Rispetto le sue preoccupazioni, il rischio di un nuovo fallimento come ai tempi della Bicamerale. Però c'è un pericolo più grande: che il no al confronto offra a Berlusconi l'alibi per far da solo, per approvare le riforme istituzionali con la sua maggioranza". Ma non si andrebbe al referendum, visto che difficilmente la Casa della libertà potrà contare su due terzi dei parlamentari? "E' proprio ciò che temo di più: fra gli italiani l'elezione diretta riscuote consenso, il centrosinistra potrebbe perderlo quel referendum. Una vera sciagura". Esattamente il contrario di quel che pensa Armando Cossutta, grande estimatore del Cinese: "Se Berlusconi fa da solo il presidenzialismo, riceverà dalle urne una sonora sconfessione. Niente paura, perciò. E' già successo con l'articolo 18, con tanti soloni anche dentro il centrosinistra che prevedevano catastrofi. Invece, Berlusconi non è riuscito a fare la legge, la cosa è passata in cavalleria. Ha avuto ragione la battaglia di Cofferati". Porte chiuse dunque anche sulle riforme, secondo il capo dei comunisti italiani, "per far argine al presidenzialismo e alla devolution".
Clemente Mastella, leader dell'Udeur, al tavolo del confronto però andrebbe a sedersi, nonostante il niet di Cofferati: "All'ex segretario della Cgil dico: per alzarsi e dire di no c'è sempre tempo, prima vediamo che hanno da proporci. Il centrosinistra rischia di trasformarsi soltanto in un cartello di no, che non vincerà mai". Pecoraro Scanio, leader dei Verdi, sta invece con l'ex leader della Cgil: "Cofferati, ancora una volta, mostra di saper interpretare i sentimenti profondi degli elettori del centrosinistra. Il centrodestra non ha alcuna vera intenzione di dialogo. Basta vedere l'ultimo attacco delirante del ministro Gasparri all'antitrust. Berlusconi e la maggioranza non sopportano le regole, non le vogliono: figuriamoci se pensano veramente di farle con noi".
(u.r.)