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Repubblica: E piazza Montecitorio diventa l´aula di fisica "L´Italia abbandona studenti e ricercatori"

Lezione con i ragazzi seduti per terra. Amelino Camelia, definito il nuovo Einstein da Discover: "Ho sbagliato a tornare dagli Usa"

21/10/2008
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la Repubblica

"Pure gli studenti secchioni, quelli che stanno sempre sui libri, si stanno arrabbiando"
Domani a Firenze l´iniziativa sarà replicata anche dall´astrofisica Margherita Hack

MARINA CAVALLIERI ROMA

- «Sono tempi di tenebre e rabbia per gli scienziati italiani che si devono confrontare con un governo che sta ponendo in essere una filosofia di tagli alle spese...». Il professor Omar Benhar legge a bassa voce un documento, è un po´ impacciato, si capisce che preferirebbe stare in aula più che in piazza, in cattedra piuttosto che su questa insolita barricata, lui non è un agitatore ma solo un fisico. Mentre parla senza microfono seduti in terra duecento ragazzi prendono appunti. In silenzio. Sullo sfondo di una giornata luminosa c´è Montecitorio.
Strana protesta, è la lezione-sit in dei fisici della Sapienza, la rivolta dei «secchioni», quelli che non rinunciano a studiare anche se devono scendere in piazza, dissertare di «campi elettromagnetici» e «natura delle sorgenti» davanti al Parlamento è il loro modo di dire no ai tagli all´università e alla ricerca. «Vede, anche loro, i secchioni, quelli che stanno tutto il giorno sui libri, s´incazzano», dice sorridendo il professor Giovanni Amelino Camelia, che di secchioni e fisica dovrebbe intendersene, visto che è stato definito uno dei cinque nuovi Einstein dalla rivista statunitense "Discover magazine". «È una grossolana esagerazione...», precisa con modestia.
Anche lui è qui per fare lezione in piazza, sembra uno studente, con lo zainetto in spalla, se non fosse per i capelli un po´ brizzolati. Il suo impegno di fisico è quello di costruire «un´unica teoria che comprenda sia la relatività generale che la meccanica quantistica», ma per un momento i misteri dell´universo possono attendere. «Sono tornato in Italia dopo essere stato negli Stati Uniti, Inghilterra, Svizzera, speravo che con l´entrata in Europa ci fosse lo sforzo di raggiungere anche nella ricerca gli standard degli altri paesi. Sono stato ingenuo. È insopportabile l´idea che si possano risparmiare i soldi là dove si formano i giovani. Va detto che tutti i governi tagliano, la sinistra ci va di fioretto, la destra di sciabola. Ma ora mi sembra che a livello generale ci sia un messaggio chiaro: questa non è una scelta contingente, noi ricercatori siamo inutili per il paese, è una visione molto nitida». Il professor Antonio Davide Polosa, anche lui qui a fare lezione, aggiunge: «Si parla tanto di meritocrazia e poi i tagli vengono fatti a pioggia e gli investimenti a pioggia, la ricerca non è un costo pubblico è l´unico investimento, non si può tagliare il futuro di questi giovani, voglio anche precisare che a Fisica non c´è mai stato il blocco della didattica».
Intanto i ragazzi continuano a prendere appunti, le lavagne si riempiono di formule misteriose per chi non conosce i segreti della materia. Strana protesta, senza slogan e senza rabbia. Solo un silenzio grave, preoccupato. E un cartello: «Adotta uno studente italiano». «Sono contento - ha detto il professor Carlo Cosmelli - perché in trent´anni di università ho visto gli studenti contestare per ciò che gli interessava nell´immediato, adesso invece combattono per ciò che accadrà tra dieci anni».
Lezione universitaria all´aperto anche a Genova, sui gradini della Chiesa dell´Annunziata, coinvolti gli studenti del corso di Storia della Russia. A Firenze invece sarà l´astrofisica Margherita Hack a tenere una lezione domani pomeriggio in piazza della Signoria. A Roma i fisici torneranno nei prossimi giorni con le loro equazioni al Campidoglio e a piazza Navona mentre oggi pomeriggio alla Sapienza è previsto un sit-in per chiedere il blocco dell´anno accademico.