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Repubblica-Epifani:"Berlusconi premia i più ricchi andremo in piazza a novembre"

Guglielmo Epifani, leader della Cgil, boccia il piano sulle tasse. Non è escluso lo sciopero generale "Berlusconi premia i più ricchi andremo in piazza a novembre" pensionati in attesa I quatt...

24/10/2004
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la Repubblica

Guglielmo Epifani, leader della Cgil, boccia il piano sulle tasse. Non è escluso lo sciopero generale
"Berlusconi premia i più ricchi andremo in piazza a novembre"

pensionati in attesa I quattro quinti dei pensionati che ne avevano diritto aspettano ancora l'aumento di 516 euro dell'assegno
bene montezemolo È apprezzabile il comportamento di Confindustria sull'articolo 18. Presto un accordo sul Mezzogiorno
il drenaggio fiscale Dal ministro Siniscalco c'è la promessa di restituire ai lavoratori soltanto qualche briciola di fiscal drag
ROBERTO MANIA

ROMA - Lo sciopero generale contro la manovra economica si avvicina. Sarà certamente a novembre. Anche se il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, si limita a parlare di una "risposta di lotta" da decidere "unitariamente" con la Cisl e la Uil. Ma intanto crescono le ragioni a sostegno della protesta, man mano che si delineano i contorni dell'altra parte della manovra, dopo i 24 miliardi necessari per riportare il deficit sotto controllo: la parte destinata a ridurre le tasse. "Sarà solo un premio molto grande per pochi ricchi", dice il leader della Cgil. Che non trova credibile nessuna delle ipotesi sul terreno: quella di Berlusconi che con l'aliquota massima al 39 per cento punta sull'impulso all'economia destinato ad arrivare dagli imprenditori e dai professionisti, o quella di Fini che pensa ad un contributo di solidarietà da parte dei redditi più alti. La Cgil non è contro perché parte dell'opposizione, come qualcuno potrebbe sostenere dopo il documento dei segretari confederali al futuro programma della Grande alleanza democratica di centrosinistra. La Cgil, come tutte gli altri sindacati, come la Confindustria, è contro il progetto del governo di riduzione delle tasse semplicemente perché non ci sono le risorse, e perché è iniquo. Mentre - dice - i quattro quinti dei pensionati che ne avevano diritto aspettano ancora l'aumento a 516 euro (un milione di lire) della propria pensione; mentre il ministro dell'Economia, Domenico Siniscalco, annuncia una restituzione del fiscal drag che non va oltre "un po' di briciole".
Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha lanciato le sue proposte per ridurre le tasse: tre aliquote con quella massima al 39 per cento perché - ha detto - a trainare la ripresa possono essere gli imprenditori, i manager, i professionisti. Qual è la sua opinione?
"In quella ricetta avverto un'eco di politica reaganiana. L'idea, cioè, che liberando risorse ai redditi più alti qualcosa arrivi anche ai ceti più bassi. Ma questo è sbagliato, perché è iniquo e perché non funziona. Non c'è alcun rapporto tra un'operazione di quel tipo e l'eventuale ripresa. Basti pensare che gli italiani che dichiarano un reddito da 43 mila euro in su, per i quali si prevede l'aliquota al 39 per cento, non sono più di 500 mila. Dunque sarebbe solo un premio molto grande a vantaggio di pochi. Peraltro, vorrei ricordare che i consumi opulenti non sono affatto calati. Siamo di fronte ad una specie di nuova Tremonti-bis".
Cosa intende dire? La Tremonti-bis riguardava gli investimenti.
"Sì, e favorì le imprese straniere. Ora si rischia di replicare, favorendo le altre economie con l'aumento dei consumi dei prodotti delle aziende che competono con le nostre. D'altra parte non è certo un caso che all'interno stesso della maggioranza si guardi con sospetto a questo progetto. Senza considerare la contrarietà dell'opposizione politica, di tutti i sindacati e anche della Confindustria".
Ma non è che la Cgil è contro perché si è esplicitamente schierata con il centrosinistra inviando a Prodi un contributo per il programma, e quindi perché fa parte dell'opposizione politica?
"Ho già detto come, nel merito, la proposta di riduzione delle tasse non convinca nessuno. Mi pare che il fronte contrario sia ben più ampio della Cgil. Se poi guardiamo alle critiche che abbiamo formulato contro le altre leggi Finanziarie di questo governo e ai risultati ottenuti, si conferma che avevamo ragione noi. Il Paese è fermo, mentre per il resto del mondo è l'anno migliore degli ultimi diciotto. Anche la Francia e la Spagna crescono tre volte di più dell'Italia. Dove l'avanzo primario si è azzerato, la politica dei condoni ha ridotto il gettito fiscale ordinario e ha aperto buchi che non si sa come coprire. Senza parlare del Mezzogiorno per il quale si sono cambiate quattro volte le politiche di incentivazione. Siamo un Paese nel quale sta crescendo la tendenza all'impoverimento, che interessa anche il ceto medio, come dimostra il calo dei consumi alimentari. Mentre i quattro quinti dei pensionati che ne hanno diritto aspettano ancora l'aumento a 516 euro".
Sareste contrari anche ad un piano che puntasse, come fece Tremonti nel 2002, al taglio delle tasse a favore dei redditi più bassi? O siete iscritti - come dice il centrodestra - al "partito delle tasse"?
"La riduzione della pressione fiscale si può fare solo quando ci sono le risorse in bilancio. Ma non è la situazione attuale. Tanto è vero che la discussione è tutt'ora aperta nella maggioranza. Ci sono solo proposte elettoralistiche che avranno un unico effetto: aumentare le tasse locali. Aggiungo che non si sa che cosa succederà sugli estimi catastali, così come sugli studi di settore".
Avete paura che il taglio delle tasse porti consenso al governo?
"Ma quale consenso se sono tutti contrari! Siamo preoccupati per la situazione che rischia di crearsi: un premio a pochi, a danno dei tanti che vedono peggiorare le proprie condizioni di vita"
Il ministro Siniscalco ha detto che verrà restituito il fiscal drag, cioè quella parte di potere d'acquisto delle retribuzioni eroso dall'inflazione. Siete contro anche questo?
"Quello che vuole fare Siniscalco sono briciole. Per una vera restituzione del cosiddetto drenaggio fiscale ci vorrebbe almeno la metà delle risorse che il governo immagina per tagliare le tasse".
Condivide l'appello del presidente Ciampi di ridurre i prezzi dei prodotti di largo consumo?
"Intanto, a nome di tutta la Cgil, auguro al presidente di ristabilirsi presto. Poi non posso non notare che Ciampi non abbia nemmeno pronunciato la parola tasse. Evidentemente la via d'uscita è un'altra. E il capo dello Stato si muove coerentemente con la linea del protocollo del '93, che non è affatto quella di questo governo".
Il quale - stando alle dichiarazioni del ministro del Welfare Maroni - potrebbe ricorrere al voto di fiducia in parlamento per far passare la riforma dell'articolo 18 contro la quale la Cgil ha messo in campo una amplissima mobilitazione.
"Io mi aspetto che anche la maggioranza sia coerente con le dichiarazioni fatte in Parlamento da diversi suoi esponenti non contrari ad accantonare la questione. Nello stesso tempo non si può non apprezzare la presa di posizione della Confindustria con la quale è possibile in tempi ravvicinati stringere un accordo sulle politiche per il Mezzogiorno insieme alla Cisl e alla Uil".
Ma intanto con la Cisl e la Uil vi preparate allo sciopero contro la manovra economica.
"Mi pare evidente che di fronte a questa Finanziaria dovremo esprimere un giudizio comune, quindi definire un quadro di proposte da sostenere con iniziative di mobilitazione. Dovremo decidere unitariamente la data e la risposta di lotta da mettere in campo a novembre. D'altra parte le frizioni e le divisioni nella maggioranza porteranno una mediazione al suo interno tale da compromette già in partenza l'eventuale confronto con il sindacato sulle misure per rilanciare lo sviluppo e la competitività".