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Repubblica: Epifani: "Ma da noi nessuno sconto no alle imprese che tagliano i salari"

Parla il leader della Cgil: sulla riforma dei contratti Confindustria cerca la guerriglia

14/03/2008
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la Repubblica

Il nuovo governo
Quote rosa

Noi siamo autonomi, ma non indifferenti. Se un eventuale governo di centrodestra non dovesse impostare una politica dei redditi a favore di lavoratori e pensionati, non avrà il nostro consenso
Bene la Marcegaglia sulla sicurezza nel lavoro, ma è sbagliato il rifiuto delle aziende sul decreto Un segno importante una donna alla guida degli industriali: andando avanti arriverà il momento anche in Cgil
"Situazione economica da dopo-shock petrolifero degli anni 70"
ROBERTO MANIA

ROMA - «La Confindustria, con furbizia, punta a abbassare il salario della maggioranza dei lavoratori. Ecco perché diciamo no alla sua proposta sulla riforma dei contratti». Guglielmo Epifani, segretario generale della Cgil, non si aspettava l´affondo degli industriali sui contratti, accompagnato dalla minaccia di far saltare il protocollo del ´93. Tanto più alla vigilia del cambio della guardia del passaggio delle consegne da Montezemolo alla Marcegaglia. E spiega perché dietro l´idea di spostare il baricentro della contrattazione dagli accordi nazionali a quelli aziendali c´è il rischio concreto di ridurre le retribuzioni di almeno 10 milioni di lavoratori, cioè di quelli che non hanno il contratto integrativo. Prima precisa: «Noi siamo pronti a cambiare il modello contrattuale, vogliamo rafforzare e estendere il secondo livello, lasciando, però, un contratto nazionale degno di questo nome».
Ma questo è ciò che vuole anche la Confindustria.
«Non è vero. La Confindustria continua a negare la possibilità della contrattazione territoriale, di sito o di filiera, ipotizzando solo quella a livello aziendale. Sa cosa significa questo? Che se si riduce il peso del contratto nazionale, nelle piccole e piccolissime imprese e che sono oltre il 90 per cento delle imprese italiane, dove non si fa la contrattazione integrativa, si finisce per abbassare le retribuzioni. Per i lavoratori, insomma, le cose andranno peggio. Questa è la verità».
Crede che gli industriali faranno saltare l´intero sistema delle relazioni industriali?
«Mi sembra una logica da guerriglia. Si apriranno vertenze in migliaia di aziende in tutto il paese. È questo che vuole Bombassei? Vogliono destrutturare i rapporti sociali? Mi pare irresponsabile in una fase economica così seria con conseguenze che possono essere molto simili a quelle degli shock petroliferi degli anni 70. Non c´è alternativa a un accordo, ma la Confindustria deve abbassare i toni».
Non è che la Cgil si è messa sulle difensive perché si prepara a un governo di centro destra?
«Noi siamo autonomi, ma non indifferenti. Se un eventuale governo di centro destra non dovesse impostare una politica dei redditi a favore dei lavoratori e pensionati, non avrà il nostro consenso. Come penso quello di Cisl e Uil».
Quindi non esclude un accordo con un nuovo governo Berlusconi?
«Intanto aspettiamo l´esito delle elezioni che forse non è scontato. Dopo di che non escludo a priori nulla, perché tutto dipende dal merito. Certo escludo un´intesa che vada contro gli interessi dei lavoratori e dei pensionati».
Emma Marcegaglia è stata designata alla presidenza della Confindustria e ha annunciato la prima novità: un vicepresidente con la delega ai temi della sicurezza sul lavoro. Cosa pensa di questa scelta?
«Apprezzo questa scelta e faccio tanti auguri di buon lavoro a Emma Marcegaglia. Aggiungo, però, che l´atteggiamento degli industriali sul decreto per la sicurezza è sbagliato perché non c´è alcun inasprimento delle sanzioni. Anzi, le sanzioni sono state attenuate anche per la disponibilità del sindacato. Ma non ci sono che le sanzioni per punire i comportamenti elusivi delle norme. In ogni caso pure noi pensiamo che al centro della lotta contro gli infortuni devono esserci la prevenzione, la formazione e l´informazione dei lavoratori».
Che giudizio dà del quadriennio di Montezemolo in Confindustria?
«Il bilancio andrà fatto più in là. Di certo ha avuto un grande ruolo di immagine. Ha fatto un buon lavoro per la difesa del made in Italy sui mercati emergenti. Più controverso è stato il rapporto con i sindacati, soprattutto a livello confederale. Nelle categorie sono stati firmati quasi tutti i contratti. La Federmeccanica di Calearo ha raggiunto due accordi con la Fiom, mentre con Bombassei c´era stata la stagione delle intese separate».
Quando arriverà una donna anche al vertice della Cgil?
«Se ne parlerà quando sarà il momento. Già oggi nella Cgil le donne occupano posizioni importanti. Quindi è possibile e giusto che andando avanti arriverà il giorno che una donna sia chiamata a dirigere il più grande sindacato italiano».