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Repubblica-Epifani:"Nuovo ministro, stessa politica ma l'Ulivo non ha programma"

L'INTERVISTA Guglielmo Epifani, leader della Cgil, critica Siniscalco: procede anche lui verso i tagli al Welfare "Nuovo ministro, stessa politica ma l'Ulivo non ha programma" patrimoniale ...

01/08/2004
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la Repubblica

L'INTERVISTA
Guglielmo Epifani, leader della Cgil, critica Siniscalco: procede anche lui verso i tagli al Welfare
"Nuovo ministro, stessa politica ma l'Ulivo non ha programma"

patrimoniale Piuttosto che colpire la seconda casa perché non introdurre una piccolissima patrimoniale?
fallimento Tardiva presa d'atto del fallimento di Tremonti, c'è un'assoluta continuità con il passato
sinistra anno zero Sulle proposte il centrosinistra è ancora all'anno zero: lo dimostra la polemica sulle pensioni
pensioni Ritengo che il governo, malgrado le smentite, non abbia scartato il blocco delle finestre dell'anzianità
ROBERTO MANIA

ROMA - "Siniscalco? Al di là del metodo non vedo alcuna novità". Guglielmo Epifani, segretario generale della Cgil, è tornato ieri da Boston, dove ha partecipato alla Convention dei Democratici che hanno affidato a John Kerry il compito di strappare a George W. Bush la Casa Bianca. Per questo non ha partecipato ai due incontri con il governo a Palazzo Chigi sul Documento di programmazione economica e finanziaria. Per questo non si è ancora confrontato con il nuovo ministro dell'Economia. All'orizzonte, che è poi quello della prossima legge Finanziaria, vede la continuità della politica economica del governo di centrodestra. Nessuna svolta, nonostante Giulio Tremonti non sia più a Via XX settembre. Mentre ci vorrebbe un cambio di rotta. Perché in una situazione economica così difficile dovrebbero concorrere tutti al risanamento, pure coloro che in questi ultimi anni si sono arricchiti. Epifani pensa anche ad una patrimoniale. "Leggera, leggerissima", precisa. Per dare il segno della discontinuità. Delle proposte, comunque, dovrà discutere il sindacato. Come l'opposizione di centrosinistra. "Che - dice - sul programma è ancora all'anno zero".
Epifani, il ministro dell'Economia, Domenico Siniscalco, ha affermato davanti alla Commissione Bilancio del senato che non ci si può illudere: una manovra di 24 miliardi non può essere indolore. Si aspettava questo quadro?
"Nessuno si era illuso. Anzi. Su questa tardiva presa d'atto si consuma il fallimento della politica di Tremonti. E questo, purtroppo, dà ragione a chi, come noi, da tempo sostiene che negli ultimi tre anni si è fatta una politica economica allegra, dissestata e creativa. Ora è arrivato il conto. Dire che non sarà indolore è un eufemismo".
Siniscalco ha tuttavia detto che intende ricercare il confronto anche con le parti sociali. Che senza il consenso sarà più difficile la ripresa dell'economia.
"Pur riconoscendo a Siniscalco un metodo di dialogo che Tremonti certo non aveva, devo dire che dai suoi primi atti lo vedo in assoluta continuità con la politica precedente. Anzi, la sua è l'altra faccia della stessa medaglia".
Cosa intende dire?
"Appunto che il fallimento delle scelte di Tremonti si dimostrano con l'entità della manovra che sta preparando Siniscalco. A dare continuità all'azione sono i riferimenti sociali: quelli che si colpiscono e quelli che vengono, ancora, difesi. I primi orientamenti del nuovo ministro sono tutti nel segno della continuità. D'altra parte, che cosa ha fatto questo governo nei primi cento giorni? Ha abolito la tassa di successione per le grandi ricchezza. Poi ha approvato una delega fiscale che nei fatti riduce di molto la progressività del sistema. Ha pasticciato sugli incentivi alle imprese, premiando tutti anziché selezionare le aziende che investono sui processi di qualità. Ha tenuto basso il tasso di inflazione programmata senza curarsi di tenere sotto controllo la dinamica dei prezzi e delle tariffe. Una politica dei redditi a senso unico".
Si fermi qui. Nel Dpef l'inflazione programmata per il prossimo anno è stata indicata all'1,6 per cento. La Uil dice che ormai il tasso di inflazione programmata è da rottamare. La Cisl vuole un dato vicino a quello reale. Qual è la posizione della Cgil, dopo che la Fiom per prima ha sancito la fine della politica dei redditi?
"I parametri, come quello sull'inflazione programmata, hanno un loro significato quando stanno dentro una logica. Se la logica è quella di far calare la dinamica delle retribuzioni, questo è inaccettabile. Il problema allora non è il tasso di inflazione bensì le politiche che si mettono in campo".
Questa volta, però, le linee di politica economica sono state promosse anche dal governatore della Banca d'Italia, Antonio Fazio.
"Ma l'aspettavo, perché Fazio era molto preoccupato dell'andamento dei conti pubblici. Tuttavia non so se spetta al governatore valutare quali debbano essere i soggetti chiamati a fare i sacrifici. Non so se spetta a Fazio oppure alle forze politiche, al Parlamento, alle organizzazioni sindacali".
Il governo sostiene che pur dovendo tagliare per un ammontare di 17 miliardi di euro, non toccherà il welfare. In particolare si continua ad escludere un eventuale blocco delle uscite per le pensioni di anzianità. Ma l'ipotesi aleggia. Lei si fida?
"Continuano a negarla, ma io lo ritengo un'ipotesi plausibile".
Lei accennava prima alla necessità di un cambiamento nell'azione di politica economica. Che cosa propone in concreto?
"Intanto il ripristino dell'imposta di successione per i grandi patrimoni. Poi un riordino e una revisione delle aliquote sulle rendite finanziarie. Ne basterebbe una media, intorno al 20 per cento. Anziché penalizzare la seconda casa, ritengo sia assolutamente proponibile una piccola, leggera, leggerissima patrimoniale. Perché chi ha accumulato delle ricchezze non deve concorrere al risanamento? Io credo che un po' sullo stock di ricchezze si possa intervenire. Non siamo in una situazione normale".
Non crede che interventi di questo tipo avrebbero l'effetto di produrre incertezza e sfiducia nei piccoli risparmiatori?
"Nel caso, non ha forse il medesimo effetto la manovra del governo sulla seconda casa? Che senso ha? Non c'è alcun criterio"
Resta contrario alla riduzione delle tasse?
"Sì, nessun ministro del Tesoro in questo contesto penserebbe a ridurre le tasse. Si deve rinunciare a quel progetto e muoversi in altre direzioni. Intanto andrebbe ripristinato il fiscal drag per i lavoratori dipendenti. Poi si dovrebbero favorire fiscalmente i pensionati incapienti e, infine, bisognerebbe incentivare le imprese che investono in innovazione, ricerca, trasferimento tecnologico e formazione".
La Confindustria ha comunque detto di essere disponibile a una riorganizzazione degli incentivi.
"È una posizione che francamente non capisco. Sul piano teorico gli incentivi si possono pure rivedere ma prima di un paio d'anni non saranno operativi".
Insieme a Cisl e Uil deciderete a settembre quale risposta dare alle scelte del governo. E l'opposizione di centrosinistra cosa dovrebbe fare?
"C'è bisogno di un programma condiviso. Sotto questo profilo siamo ancora all'anno zero. Le polemiche sulla riforma delle pensioni o sull'Iraq sono esattamente la conseguenza dell'assenza di questo lavoro".