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Repubblica: Fioroni."Sì al dialogo fra culture però la legge vale per tutti"

Il ministro della Pubblica Istruzione: né discriminazioni né favoritismi

11/10/2006
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la Repubblica

L´INTERVISTA
il comune di milano Ha negato l´idoneità e ha chiesto che venissero eseguiti dei lavori: se sono stati fatti, dia l´autorizzazione
favorire l´integrazione All´interno dei nostri istituti va aiutato un processo di integrazione basato sull´interculturalità
MARIO REGGIO

ROMA - «La scuola pubblica italiana deve fare un grande sforzo per mettere in moto un vero processo di integrazione tra culture diverse. Ma la legge è uguale per tutti. Le regole devono essere rispettate. Senza le autorizzazioni previste nessun istituto privato può aprire. Comunque l´assenso non può essere condizionato da valutazioni di discrezionalità o di opportunità».
Il ministro Giuseppe Fioroni non si tira indietro.
Allora il via libera ufficiale può essere dato?
«Esistono leggi che vanno rispettate da tutti. E le norme non sono declinabili né con i pregiudizi né con le peculiarità della scuola privata che presenta la richiesta».
Quali sono le autorizzazioni previste?
«Vorrei precisare un principio irrinunciabile: gli adempimenti previsti non sono negoziabili e devono essere rispettati da tutti, nell´interesse primario degli studenti e dei docenti che studieranno e lavoreranno nella nuova scuola. E i compiti di vigilanza spettano al direttore scolastico regionale e per quello che è di sua competenza al Comune di Milano».
Partiamo dal direttore scolastico regionale.
«I criteri sono chiari e trasparenti: la scuola privata ha l´obbligo di rispettare la indicazioni didattiche nazionali e i principi della Costituzione. Non può prescindere dall´educazione alla cittadinanza e dall´insegnamento della lingua italiana. Un´altra verifica riguarda i docenti che devono essere dotati dei titoli di studio necessari all´insegnamento, mentre i dirigenti dovranno dimostrare di essere in grado di dirigere l´istituto. La direzione scolastica regionale dovrà verificare l´idoneità degli studenti per l´accesso alle tappe successive del nostro sistema scolastico».
Quali altre autorizzazioni servono?
«Spettano a quegli enti che hanno non solo la competenza ma anche la capacità tecnica per accertare che i requisiti previsti dalla legge siano rispettati. In particolare, il Comune di Milano deve certificare l´idoneità dell´edificio all´attività scolastica perché questo garantisce la sicurezza, la tranquillità di chi lì studierà e lì insegnerà. So che il Comune ha negato l´autorizzazione ed ha indicato quali lavori erano necessari. Se sono stati eseguiti l´autorizzazione non può essere negata. Qui entra in campo l´etica della responsabilità, con tempi certi e la trasparenza dell´attività amministrativa. A questa scuola non gli si può chiedere né più né meno di quello che è previsto dalle norme».
Magari se la richiesta fosse arrivata da una scuola americana...
«Ripeto: le regole valgono per tutti senza discriminazioni né favoritismi».
Cosa può fare la scuola italiana per favorire l´integrazione?
«È lo sforzo che dobbiamo fare. Aiutare, all´interno delle nostre scuole che sono autonome, libere e plurali, un vero processo di integrazione basato sull´interculturalità per garantire l´abbattimento dei pregiudizi e delle paure generando dialogo e rispetto. Questo è ciò per cui lavoriamo».