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Repubblica-Firenze-Al via le cattedre ai supplenti ma forse è tutto da rifare

Al via le cattedre ai supplenti ma forse è tutto da rifare A metà mattina un applauso accoglie il primo nome: "Sono io, accetto" grida uno Nel grande giorno delle nomine centina...

27/08/2002
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la Repubblica

Al via le cattedre ai supplenti ma forse è tutto da rifare
A metà mattina un applauso accoglie il primo nome: "Sono io, accetto" grida uno
Nel grande giorno delle nomine centinaia di precari sono assiepati nei corridoi del liceo Galileo per sapere se quest'anno avranno una supplenza da qualche parte
SIMONA POLI


Nell'87 Antonio Tacchi, nato a Firenze 41 anni fa, taglia il traguardo della laurea in Lettere con il massimo, 110 e lode. Dopo la corsa sembra tutta in discesa, prima il dottorato di ricerca, poi la scuola di specializzazione. Per diventare più bravo, per arrivare fin qui. Accucciato nella posizione del loto in un corridoio del liceo classico Galileo, in mezzo a centinaia di colleghi, insegnanti precari come lui, in attesa di sapere se quest'anno avranno o no una supplenza da qualche parte. E' il grande giorno delle nomine, al Galileo si assegnano le cattedre umanistiche, alla Beato Angelico e alla Meucci quelle delle altre materie. L'ultima sentenza del Tar del Lazio, che ha annullato le graduatorie compilate dal ministero dell'Istruzione, a Letizia Moratti non sembra interessare: la direttiva annunciata alla stravolta platea degli aspiranti è "si va avanti con i vecchi elenchi", se qualcuno vuol fare ricorso si accomodi pure. E se poi tocca ricominciare tutto da capo?, chiedono dall'ultima fila. "Questa sarebbe una giornata buttata via", sospira una volontaria del pool dei capi d'istituto che aiuta l'unico dipendente del Centro servizi amministrativi (altro nome del Provveditorato) a cui è affidato lo scettro di banditore su un tavolo - pure quello - troppo stretto. Qua la sorte si decide secondo un complicatissimo tombolone di codici numerati, 050 materie letterarie nel secondo grado, 051 materie letterarie e latino nel secondo grado, 037 filosofia, chi gareggia in più graduatorie può interrompere l'assegnazione delle cattedre in una per chiedere di verificare se sia in grado di ottenere un posto migliore in un'altra. Il meccanismo è lentissimo ma Alessandra Faini della Cigl assicura che "in tanti anni non è stato trovato uno migliore".
Alle 11 e mezzo applauso a scena aperta per il primo nome gridato a cui l'interessato risponde "sono io, accetto". Una liberazione vedere Cesare Stendardi, precario storico di 47 anni, firmare il foglio e tornarsene a casa con in tasca la cattedra di geografia al Balducci di Pontassieve. "Tocco il cielo con un dito, è come vincere la lotteria", confessa, "anche se ogni anno qua dentro le cose peggiorano, sembra il film di Pollack dove ballano fino a morire". Non si uccidono così anche i cavalli? "Ecco quello. Se fossimo una categoria più solidale ce ne andremmo via tutti". "Trattarci in questo modo non è solo offensivo ma indegno di un paese civile. Se uno sviene viene eliminato, se se ne va perché non ne può più di aspettare lo stesso. Carne da macello, chissenefrega dei precari", dicono i professori di filosofia Franca Betti e Stefano Guigli, "si potrebbe fare per telefono ma nessuno si fida. Meglio vedere per credere".
La legge è rigorosa e vuole che la convocazione sia uguale per tutti, stesso giorno, stessa ora, stesso luogo, in modo che chi si è piazzato bene in più di una graduatoria possa essere messo nella condizione di scegliere in quale scuola lavorare nei prossimi dodici mesi. "E' essenziale rispettare questa regola, l'unica che garantisca i trasparenza e rispetto dei diritti". Lo dicono gli aspiranti supplenti sudati, stressati, stropicciati nella bolgia e lo ripetono i sindacalisti di Cgil, Cisl, Uil e Snals che assistono al rito delle assegnazioni. Se poi il Provveditorato trova accoglienza in un'aula magna che ha spazio sufficiente per la metà dei presenti, pazienza per i posti in piedi. E così dalle 8 e mezzo i professori cominciano a stravaccarsi per terra, si schiacciano contro le pareti, si agitano su e giù, cedono le poche sedie disponibili alle donne o ai "riservisti", portatori di handicap per cui è prevista una corsia particolare. Le prime due ore e mezza sono buttate via per il ritardo con cui arrivano dal Provveditorato le ultime variazioni. Che in parecchi, come Angela Milani, contestano: "Mi sembra una cosa estremamente scorretta cambiare in corsa elenchi pubblicati da un mese su Internet, chi può controllarli? Non ci vedo chiaro, secondo me la seduta va invalidata, organizzeremo una raccolta di firme". Oggi si replica, nuova convocazione alle 10.