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Repubblica/Firenze: "E ora via ai concorsi per i prof"

"Nessuno finora ha parlato di ricerca, attenti le università si stanno svuotando"

16/04/2008
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la Repubblica

La ricerca

Parla Inguscio, Lens

LAURA MONTANARI

Il Pd è più forte in Toscana, il Paese però va a Berlusconi. Come vede questo cambiamento professor Massimo Inguscio?
«Io parto da un concetto: la ricerca scientifica non ha un colore politico, non ha nemmeno un confine geografico è qualcosa al servizio dell´uomo. Chiunque prenda il mano una città, una provincia, una regione, un paese, un´università deve sapere questo».
Inguscio, 58 anni, studi alla Normale di Pisa, docente all´università di Firenze, vincitore del premio Fermi qualche anno fa, ex direttore del Lens di polo universitario Sesto Fiorentino, uno dei laboratori europei di eccellenza nel campo della Fisica, si toglie subito un sassolino dalla scarpa: «In questa campagna elettorale non ho sentito nessuno che mettesse la ricerca ai primi punti del programma e questo mi preoccupa anche perché il mondo accademico già in passato aveva contestato la politica del governo Berlusconi. Avevamo riposto molte aspettative nel governo Prodi ma...»
Ma in cosa l´ha deluso?
«Gli ultimi due anni sono stati segnati dall´immobilismo e dall´"ope legis" applicata agli enti di ricerca che se da un lato ha sanato situazioni di precariato, dall´altro l´ha fatto senza scegliere, ma aprendo semplicemente le porte del reclutamento. Ecco per l´università mi auguro proprio che questo non accada, ci servono concorsi per poter selezionare i migliori, le eccellenze».
Mussi ha provato a introdurre la valutazione della ricerca.
«Sì, ma è un lavoro soltanto avviato, non c´è stato il tempo per vederlo applicato».
La Regione invece cosa può fare?
«So che anche la Toscana si è attrezzata con una legge per finanziare la ricerca scientifica come hanno già fatto per esempio, Emilia, Campania e Veneto. Questa è una cosa importante perché va ricordato che in un momento del genere i finanziamenti nazionali sono bloccati. Noi del Lens per esempio (il Lens è il Laboratorio Europeo di spettroscopia non lineare) lavoriamo su progetti internazionali. In Toscana molto hanno fatto anche le fondazioni bancarie, alcuni lavori del Lens sono stati finanziati dall´Ente Cassa di Risparmio di Firenze».
Parliamo della situazione universitaria.
«Da Lettere a Scienze stiamo correndo il rischio di svuotare le università, a Fisica abbiamo 35 docenti su 60 che nei prossimi quattro anni andranno in pensione: fare una politica di programmazione per reclutare i giovani diventa importantissimo, anzi vitale. Ho fatto l´esempio di Fisica, ma potrei farne altri per le facoltà umanistiche, è una situazione generale: nelle accademie la ricerca e la didattica devono essere affiancate, crescono insieme sono un tutt´uno altrimenti basterebbe studiare sui manuali».
Cosa si aspetta dal nuovo governo?
«Devono riaprire i concorsi per i professori e per i ricercatori, ne abbiamo bisogno come il pane. E poi è necessario tornare a investire sulla ricerca, sgravarla di tutta la burocrazia che oggi la circonda, rendere snelle le procedure, applicare i meccanismi di valutazione in modo che i soldi siano finalizzati e che si debba rendere conto di come sia stato speso il denaro pubblico ricevuto».