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Repubblica/Firenze: Già finiti i soldi per i supplenti

Dopo i tagli molte scuole non hanno i fondi per pagare chi sostituisce i professori assenti per malattie lunghe o maternità

25/03/2007
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la Repubblica

Il preside del liceo Michelangelo lancia l´allarme

Gli alunni smistati in classi diverse per non lasciarli soli senza insegnanti

LAURA MONTANARI

Scuole indebitate e casse vuote. I soldi che arrivano dal ministero non bastano a pagare nemmeno le supplenze dei docenti. Figuriamoci la tassa dei rifiuti o i professori delle commissioni di maturità. Il primo a lanciare l´allarme è il preside del liceo classico Michelangelo, Massimo Primerano, «ma - avverte - in questa situazione si trovano anche molte elementari e medie, anzi per loro è pure peggio». Peggio perché se al liceo, la supplenza arriva, nel caso di un certificato di malattia dell´insegnante che supera i quindici giorni, alle elementari o alle materne l´influenza o l´assenza di una maestra per ventiquattr´ore richiede una immediata sostituzione. «So di scuole che dirottano gli alunni su diverse classi per non lasciarli nell´aula da soli quando l´insegnante è ammalata» spiega il professor Primerano. «E´ vero siamo in una situazione tragica» conferma Patrizia D´Incalci, dirigente scolastico del circolo 5 (le elementari Cairoli, Vittorio Veneto, Torrigiani, Nencioni, Agnesi e le materne Serristori e Torrigiani): «non abbiamo più i soldi per pagare i supplenti».
Allora andiamo a vedere nel dettaglio cosa succede in una scuola come il Michelangelo. Intanto i numeri: il liceo fiorentino di via della Colonna ha oltre 1.100 iscritti e 75 docenti. Quest´anno il budget complessivo a disposizione della scuola è di 165mila euro, era oltre 200mila lo scorso anno. Della torta complessiva, una grossa fetta se ne va nelle spese del fondo di istituto, ad esempio nei corsi di recupero per i ragazzi che hanno lacune e debiti da risanare. «Un anno fa per le supplenze abbiamo ricevuto dal ministero dell´Istruzione 64mila euro, ma ne avevamo spesi 122.495. Avanzavamo un credito dallo Stato di 58mila euro - spiega, conti e tabelle alla mano, il preside Primerano - Quest´anno, il 15 marzo ci è stata comunicata la previsione: avremmo ricevuto 11mila euro che al massimo, con qualche aggiustamento potrebbero raddoppiare». Una cifra che comunque nemmeno basterebbe a pagare tre mesi di supplenze al «Miche». «Fra malattie e maternità - prosegue il preside - soltanto a gennaio e febbraio abbiamo speso 19mila euro. Come facciamo a reggere in questa situazione?». Come vengono pagati i supplenti? Con quali soldi di cassa? «Al momento preleviamo dai 100 euro che chiediamo alle famiglie al momento dell´iscrizione, ma quei soldi servono per finanziare i progetti della scuola, i corsi di teatro, di lingua, le altre iniziative, non è giusto spenderli per pagare le supplenze».
Vie d´uscita al momento non se ne vedono: «Per quanto sarà possibile eviteremo di nominare supplenti, ma questo, sia chiaro, a scapito della didattica». Avete pensato ad aumentare le tasse di iscrizione? «Non lo trovo giusto - è la risposta di Primerano - l´aumento della tassa di iscrizione ha senso soltanto se crescono i servizi. Non posso chiedere alle famiglie di pagare i supplenti, la tassa dei rifiuti, i professori delle commissioni di maturità, siamo una scuola pubblica no?».
Le finanze degli istituti, dalle materne alle superiori, sono assediate da molte voci che segnano l´indebitamento e spostano la lancetta del bilancio verso il dissesto: fra queste, la Tia, ex Tarsu, la tassa dei rifiuti. Già in passato i sindacati avevano lanciato un allarme. Proprio per mancanza di soldi, non tutte le scuole l´hanno versata: il Michelangelo è fra i licei che fino al 2006 ha saldato tutti i conti sperando un giorno di essere risarcito dallo Stato. Ipotesi per ora sbagliata: «Dobbiamo avere 30mila euro, ma non ne abbiamo visto nemmeno uno. Non solo: abbiamo pagato i professori impegnati negli esami di maturità, 22mila euro e anche di questi non abbiamo ricevuto alcun rimborso». Così i bilanci delle scuole scivolano nel profondo rosso. «La situazione è grave - riprende Patrizia D´Incalci del circolo 5 - i fondi dell´autonomia sono stati tagliati del 70 per cento e per risparmiare sulle supplenze nelle elementari si ricorre a togliere le ore di compresenza di due insegnanti». Una resta nella classe, l´altra va a sostituire la collega malata, ma in questo modo a risentirne è la programmazione didattica.