Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Repubblica-Firenze-I maestri salvano le aziende

Repubblica-Firenze-I maestri salvano le aziende

PLINIO IL VECCHIO LA FRASE I MAESTRI SALVANO LE AZIENDE Firenze è in testa alle classifiche per il quarto anno consecutivo. Merito della crescita degli sbocchi nel lav...

20/06/2005
Decrease text size Increase text size
la Repubblica

PLINIO IL VECCHIO
LA FRASE
I MAESTRI SALVANO LE AZIENDE
Firenze è in testa alle classifiche per il quarto anno consecutivo. Merito della crescita degli sbocchi nel lavoro e dei rapporti internazionali
"L'uomo è l'unico animale che non apprende nulla senza un insegnamento non sa parlare, né camminare, né mangiare...non sa far nulla...tranne che piangere"
MAURIZIO BOLOGNI


FIRENZE - Giova, e molto, trovarsi nel cuore di una regione dove proliferano onlus e cooperative di lotta al disagio sociale, all'emarginazione e alle tossicodipendenze, di sostegno alle disabilità, esperienze pilota per l'integrazione razziale e il pluralismo religioso. Se per il quarto anno consecutivo quella dell'università di Firenze è giudicata la migliore facoltà di Scienze della formazione, il preside Giovanni Mari pensa di dover condividere il primato con la Toscana. "È una regione che eccelle nell'offerta dei servizi sociali" spiega il preside. "E questo offre modelli e stimoli per migliorare la didattica, oltre a molte opportunità di lavoro per i nostri laureati: il 72,2 per cento trova un lavoro entro un anno dalla discussione della tesi. Certo, non è un percorso professionale semplice quello all'interno delle piccole cooperative che lavorano in appalto con la Regione e con gli enti locali: prima di un impiego definitivo si passa attraverso il tirocinio, il precariato e il lavoro a tempo determinato". Giova, paradossalmente, anche il fatto che la Toscana e l'Italia siano nell'occhio della crisi economica. "Ormai è chiara a tutti la centralità della formazione, dell'innovazione e dell'investimento nel capitale intellettuale per uscire dalla crisi" dice ancora Mari. "Crescono, così, gli sbocchi occupazionali per i formatori che devono formare: chi si prenderà cura delle risorse umane dall'interno delle aziende o attraverso agenzie che organizzano l'aggiornamento".
Eccole le due anime e le due chiavi del successo della facoltà di Scienze della formazione dell'università di Firenze, 3.800 iscritti quest'anno. C'è l'anima tradizionale, quella ereditata dal vecchio magistero, un importante segmento di attività didattiche che sforna ogni anno tanti operatori per i servizi sociali territoriali e soprattutto centinaia di maestri per la scuola primaria (un terzo dei laureati), e che decreta il "tutto esaurito" dei corsi di laurea triennali per Educatore professionale (280 nuovi immatricolati quest'anno), di Scienze dell'infanzia (200 nuovi iscritti), soprattutto del quadriennale Scienze della formazione primaria (600 immatricolati). E poi c'è l'anima innovativa, che forma specialisti per il disidratato mondo delle imprese e della produzione, assetato di formazione e di formatori, di innovazione: al corso triennale di laurea per Formatore per lo sviluppo delle risorse umane e dell'interculturalità, in crescita costante, quest'anno si sono iscritti 90 studenti; e poi ci sono i corsi triennali per Formatore multimediale (anche a distanza) e per Operazioni di pace, gestione e mediazione dei conflitti. Completano l'offerta della facoltà fiorentina sei lauree specialistiche che riflettono sia l'anima tradizionale che quella innovativa della facoltà.
Certo, stare in vetta, eccellere, impone di moltiplicare l'impegno per tenere alti gli standard. Nell'ultimo anno Scienze della formazione a Firenze ha esteso i suoi rapporti internazionali a centri di studio statunitensi e israeliani, ha rafforzato con 4 nuovi "ingaggi" il corpo docenti formato da 55 professori, ha varato nuovi master, migliorato i servizi informatici e rinnovato le pagine web. Ma il primato è valso anche plausi e sostegni concreti, dal rettore, dagli enti, dalle aziende. Varietà di corsi, molti studenti e un cambio di rotta rispetto alle azioni di seduzione verso lo studente-cliente alle quali l'università-azienda ci ha abituato negli ultimi anni. Dice il preside Mari: "Formazione primaria aveva già il numero chiuso, per altri corsi abbiamo introdotto per la prima volta il numero programmato, siamo al limite delle iscrizioni tollerabili. A noi il marketing non interessa più tanto".