Repubblica-Firenze-LA CULTURA DEL SOSPETTO CHE INQUINA LA SCUOLA

LA CULTURA DEL SOSPETTO CHE INQUINA LA SCUOLA

CHIESTO da settimane dai sindacati e dai precari a tutela della certezza del diritto, il rinvio delle nomine dei supplenti è stato concesso senza convinzione giusto "per placare gli animi", come dice la dirigente del Csa. Il ministro aveva ordinato alle amministrazioni scolastiche di assegnare i posti entro il primo settembre per dimostrare efficienza, ma quella che in un paese normale potrebbe sembrare la sacrosanta rivendicazione di un governo che funziona, diventa qui vuota parola d'ordine causa caos organizzativo (per esempio, le modifiche apportate alla legge durante la formazione dei punteggi) da quello stesso governo provocato. E così, ha buon gioco il sindacato a ritenere che dietro alla pretesa dell'efficienza, aspetto costante della politica d'immagine tipica dei ministri di Berlusconi, si nasconda ben di peggio. E cioè il tentativo, di fronte all'ingestibilità di un problema, di dimostrare che un altro pezzo di scuola si può smantellare, quello delle graduatorie pubbliche, magari per sostituirlo con la chiamata diretta da parte dei presidi. Così, una cultura del sospetto, della continua, reciproca diffidenza, sta inquinando nell'intimo un mondo che di tutto avrebbe bisogno fuorché di ambiguità, perché è qui, nella scuola, che si forma la coscienza civile, cioè il senso di rispetto delle istituzioni, dei futuri cittadini. Insegnare all'insegna dell'incertezza permanente, come accade ai precari (ma anche a tutti gli altri insegnanti, per esempio di fronte alla novità del tutor), significa trasmettere, ai giovani, ondate di risentimento e di sfiducia, che avrà, attraverso di loro, effetti "storici".