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Repubblica/Firenze: Maestra unica, no dei sindacati

"Come faranno le famiglie senza il tempo pieno?" L´appello alla mobilitazione e a non convertire il decreto sulla maestra unica viene dai sindacati della scuola

06/09/2008
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la Repubblica

LAURA MONTANARI

Non strappate quella pagina di storia della didattica, non appallottolate nel cestino il percorso degli ultimi diciotto anni della scuola primaria. Non è una questione soltanto di posti di lavoro - quasi millecinquecento maestri la ricollocare soltanto nelle provincia di Firenze nel prossimo quinquennio - , ma anche di servizio offerto alle famiglie. L´appello alla mobilitazione e a non convertire il decreto sulla maestra unica viene dai sindacati della scuola: Cgil-Flc, Cisl, Uil, Snals-Confsal e Gilda. «Voglio proprio vedere chi si può permettere oggi a mezzogiorno e mezzo di andare a riprendere i figli alle elementari» racconta Mario Batistini segretario della Camera del lavoro di Firenze. Lui è uno di quelli che difende la scuola a modulo e quella del tempo pieno: «Il tempo pieno è in continua crescita in Toscana, anzi spesso non possiamo esaudire tutte le richieste per motivi di organico». Invece proprio quei modelli adesso rischiano di essere cancellati o completamente rivisti (in maniera graduale) nel nuovo orizzonte abbozzato dal ministro Gelmini che oltre a caldeggiare il ritorno del grembiule e della divisa a scuola, ripristina dal 2009 anche il maestro unico (a partire dalle prime). Su 1.800 classi della scuola primaria in provincia di Firenze, per effetto del decreto Gelmini, 1.450 insegnanti dovrebbero essere collocati ad altri incarichi nel corso di cinque anni a discapito dei 350 precari supplenti appena nominati. Così ha detto il segretario provinciale Cgil-Flc Alessandro Rapezzi in seguito a delle stime rielaborate dal sindacato partendo dai dati ministeriali. Nessun riordino, ma soltanto confusione, hanno spiegato i sindacati rispetto all´orientamento del governo. «In provincia di Firenze - ha detto ancora Rapezzi - ci sono 1.800 classi di scuola primaria di cui 700 organizzate su un tempo modulare che prevede l´impegno di tre insegnanti su due classi, 1.100 organizzate con il tempo pieno che prevede l´utilizzo di due insegnanti per classe. Quindi 1050 insegnanti sono impiegati nel modulo e 2.200 nel tempo pieno: il ritorno al maestro unico porterebbe in maniera progressiva tutte le 1800 classi a 24 ore con una necessità di 1.800 insegnanti: di conseguenza 1450 maestri dovrebbero essere collocati ad altri incarichi». Ma non è soltanto una questione di posti di lavoro che vengono tagliati, è stato più volte sottolineato: è un problema di qualità e di servizio reso alle famiglie che chiedono una scuola con i tempi allungati. Opposta l´opinione di Alberto Magnolfi, presidente del gruppo regionale Fi-Pdl che con Stefania Fuscagni, vicepresidente della commissione istruzione hanno affermato: «Finalmente nella scuola sta tornando il buon senso in sintonia con la stragrande maggioranza delle famiglie. La scelta del maestro unico è sacrosanta. Chi nel passato ha avuto la fortuna di sperimentare questa opportunità, sa bene che il maestro è una figura fondamentale per ogni bambino; una figura che si ricorda per tutta la vita».