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Repubblica-Firenze-Moratti, scetticismo dei cattolici "Difficile applicarla a settembre"

Moratti, scetticismo dei cattolici "Difficile applicarla a settembre" Una giornata di studio alla Calza: se la riforma "è in gran parte condivisibile perché mette la persona al centro...

23/05/2004
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la Repubblica

Moratti, scetticismo dei cattolici "Difficile applicarla a settembre"
Una giornata di studio alla Calza: se la riforma "è in gran parte condivisibile perché mette la persona al centro del progetto educativo", nascono dubbi sulla sua applicazione
Una dirigente alle prese con i tagli al budget: "Non riesco a formare gli organici"
SIMONA POLI


Applicare la riforma Moratti a partire dal prossimo settembre è pura utopia. Questa la sconfortante ma inesorabile conclusione a cui arrivano docenti, genitori, educatori ed esperti del mondo cattolico riuniti ieri al Convitto della Calza per una giornata di studio organizzata dall'ufficio di pastorale scolastica della Cei, rappresentato dal sacerdote Bruno Stenco, e dalla Conferenza episcopale toscana con Mario Meini, vescovo di Pitigliano.
Sulla carta le modifiche previste dal governo Berlusconi sono "in gran parte condivisibili", secondo la chiesa, "perché mettono la persona al centro del progetto educativo". Anche se, aggiunge don Stenco, "capisco le perplessità di chi mastica male l'idea di una riforma che qualcuno sospetta di cedimento alla logica del mercato, di tendere alla privatizzazione dell'istruzione pubblica". Ma i dubbi veri espressi ieri dalla componente cattolica della scuola - le associazioni Uciim, Aimc, Age, Agesc - riguardano la possibilità concreta di mettere in pratica quello che nella riforma sta scritto, ancora prima di decidere se piaccia o meno il contenuto della legge. Presidi di scuole medie e dirigenti di circoli didattici stanno facendo i salti mortali per conciliare le ambiziose direttive ministeriali - ore di laboratorio facoltative, diminuzione del tempo mensa, seconda lingua europea obbligatoria, introduzione della figura del tutor - con i pesanti tagli inferti ai budget degli istituti. "Ho difficoltà a formare gli organici per il prossimo anno scolastico - racconta al microfono una dirigente di Campi Bisenzio - e non riesco ad elaborare un orario settimanale che rispetti tutti i parametri imposti. Insomma, cosa dirò ai genitori che verranno a chiedermi come organizzare la loro giornata in base all'attività didattica?". In sala c'è anche uno dei padri della riforma Moratti, il docente universitario Giuseppe Bertagna a cui il ministro chiese di coordinare un gruppo di lavoro. Parla per ultimo, dopo aver ascoltato lunghi sfoghi e dure critiche da parte degli addetti ai lavori. "Come tutte le grandi svolte anche questa avrà bisogno di molto tempo per penetrare a fondo nel sistema scolastico", predice, "probabilmente sarò già morto e sepolto quando la riforma andrà pienamente a regime. Non si può ragionare su temi come questo solo in base a simpatie politiche, i ragazzi vanno oltre le maggioranze che governano, bisogna cogliere l'aspetto innovativo del progetto educativo che sta al fondo della nuova legge, che va interpretata e realizzata con l'apporto di tutti". Ma in Toscana questi "tutti" - insegnanti, genitori, gestori - sono già in gran parte scesi in piazza per protestare contro la riforma. Difficile immaginare che a settembre il complesso meccanismo si metta in moto e cammini da solo, se a muovere le gambe non sarà il popolo della scuola.