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Repubblica/Firenze: "Rispetto per le minoranze religiose" a scuola salta la visita del vescovo

L´istituto statale di San Gimignano ha detto no all´incontro annunciato da giugno con monsignor Buoncristiani

20/12/2006
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la Repubblica

Secondo il presidente del consiglio di istituto l´intento era quello di una visita pastorale: "Ma noi dobbiamo rispettare tutte le sensibilità"

MARIA CRISTINA CARRATU´

L´incontro, sollecitato dalle insegnanti di religione e concordato col parroco, era annunciato da giugno e rientrava nel quadro della visita pastorale che l´arcivescovo di Siena Antonio Buoncristiani avrebbe fatto, in questo periodo, nella Valdelsa. Ma dopo aver riflettuto per mesi, adesso, con il vescovo già in transito nella zona e il Natale alle porte, la scuola statale di San Gimignano ha detto no: niente vescovi nella scuola «pubblica e laica», e che ospita ormai il dieci per cento di bambini stranieri. Troppo alto, questa la motivazione del consiglio di istituto che nei giorni scorsi ha votato all´unanimità il suo no, il pericolo che la presenza del capo della Chiesa risultasse «non rispettosa delle minoranze religiose presenti fra gli studenti dell´istituto». Tanto più a ridosso del Natale, che di per sé già marca, rischiosamente, una preminenza culturale. «Siamo stati tutti d´accordo, insegnati e genitori di tutte le appartenenze politiche» sottolinea il presidente del consiglio di istituto Gabriele La Placa, che per quanto lo riguarda dice di essere «uno di sinistra». Di sinistra (Ds, Margherita, Rfiondazione, più una lista civica), però, è anche l´amministrazione comunale di San Gimignano, nonché il sindaco Marco Lisi (Ds), con cui monsignor Buoncristiani ha pranzato dopo la visita al centro anziani, e che rivedrà come ogni anno a gennaio, durante l´incontro ufficiale col consiglio comunale.

E così, mentre la Lega Nord si scatena contro «l´insulsa mentalità comunista che ha rovinato la scuola e la nostra società» (e nella vicina Colle Val D´elsa, si ricorda, sostiene la costruzione della moschea), in un documento approvato a maggioranza il consiglio comunale ha chiesto all´Istituto comprensivo Folgore da San Gimignano di tornare sui suoi passi. E se il presidente della Provincia Fabio Ceccherini parla di «episodi preoccupanti, che non fanno parte della nostra cultura», ieri è entrato nell´argomento perfino il ministro della Pubblica istruzione Beppe Fioroni: «Mi auguro che questo non accada mai più nella scuola italiana» ha detto, «anche perché critiche sono venute dagli stessi esponenti di altre religioni». Per esempio, dall´imam di Colle: «Con chi hanno parlato, a San Gimignano, per pensare che i musulmani si offendano per la visita di un vescovo?» chiede ironico Feras Jabareen. «Vorrà dire che se lì non vogliono Buoncristiani, lo inviteremo da noi. E con i rappresentanti di quella scuola, perché si convincano ad accoglierlo, la prossima volta…».

Ma La Placa non ci sta a passare per intollerante: «Un conto» replica, «è un incontro con una autorità religiosa richiesta dalla scuola, fuori dall´orario delle lezioni, per riflettere sul significato delle religioni in generale, e che proporremo quanto prima, invitando però tutte le autorità religiose presenti sul territorio». Un altro, «una iniziativa partita dalla Curia», da tenere «durante l´orario delle lezioni», e il cui scopo, sostiene il presidente del consiglio di istituto, «era chiaramente pastorale. E noi, scuola pubblica col dovere di rispettare tutte le sensibilità, non possiamo consentire che una qualsiasi autorità religiosa venga qui a fare catechesi. Altrimenti, invece che il dialogo, si favorisce il radicalizzarsi delle diversità». Quanto alla presa di distanza del Comune, «mi sa» dice La Placa, «che dietro ci sono solo motivazioni politiche». «Figurarsi» replica il sindaco Lisi: «Il consiglio di istituto può decidere quello che vuole, ma a noi dispiace che, di fronte al problema del dialogo, una scuola reagisca chiudendosi, anziché aprendosi. Sono convinto che anche un arcivescovo, ovviamente secondo le regole che valgono per ogni visita in una scuola, debba essere accolto». Tace, intanto, la Curia di Siena, attendendo gli sviluppi della vicenda. Ma ne trapela «la sorpresa» per la reazione a un incontro «niente affatto pastorale, ma semplicemente istituzionale, con gli studenti di una scuola a cui sarebbero state rivolte soltanto parole di incoraggiamento per gli studi». E comunque, si fa capire, negare la possibilità di un incontro a un rappresentante della Chiesa «in una città il cui simbolo è la mitria di un vescovo, significa soltanto negare la propria identità storica, culturale, e dunque rendere, così davvero, molto difficile ogni apertura all´altro…».