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Repubblica-Genova-Sindacati contro Moratti "Senza soldi, bimbi a casa"

Organici bloccati e risorse scarse, la circolare risulta inapplicabile Sindacati contro Moratti "Senza soldi, bimbi a casa" Scuola a cinque anni? Un'utopia "Il ministro co...

20/01/2004
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la Repubblica

Organici bloccati e risorse scarse, la circolare risulta inapplicabile
Sindacati contro Moratti "Senza soldi, bimbi a casa"
Scuola a cinque anni? Un'utopia
"Il ministro continua a creare nuova confusione, la riforma rimarrà sulla carta"
I genitori già sul piede di guerra: pronta l'occupazione di medie e elementari
GIUSEPPE FILETTO


MILLE bambini dai due anni e mezzo in su, destinati alle scuole materne di Genova, senza un banco ed una sedia. Altrettanti, di cinque anni e mezzo e con la nuova riforma Moratti in attesa di essere iscritti alla elementare, "immessi in classi senza gli insegnanti in organico".
Sarebbero queste le prime conseguenze del decreto ministeriale che sarà pubblicato venerdì prossimo. Non bastano, però. Dai conteggi effettuati da Cgil, Cisl, Uil e Snals, cinquanta professori delle scuole medie del capoluogo ligure ed altrettanti di tutta la regione, dal prossimo settembre perderebbero la "cattedra": i titolari non sarebbero più tali, mentre i precari non riconfermati in servizio.
La bocciatura della nuova organizzazione degli orari scolastici, già contestata più volte a livello nazionale e sabato scorso dall'imponente manifestazione di Roma (centomila partecipanti, tra cui tanti genovesi ed in prima fila genitori e bambini della Daneo del centro storico), ieri è stata ribadita dai sindacati di categoria. E per rendere ancora più credibile la protesta degli utenti della scuola di Stato, hanno cercato di far parlare i numeri. Soprattutto quelli che dal prossimo anno scolastico (dal settembre 2004) colpirebbero le realtà genovesi.
A complicare le cose, sarebbe la circolare ministeriale pubblicata il 13 gennaio scorso: secondo la Riforma-Moratti avrebbe dovuto chiarire i termini di iscrizione alle prime classi, che comunque dovranno essere ultimate entro il 31 gennaio. "Crea soltanto confusione, a partire dalla a materna, che prevede l'inserimento dei bambini di due anni e mezzo - precisa Rita Assandri della Cgil - senza risorse e strutture, tutto rimane sulla carta: l'assessore comunale Luca Borzani ha già detto di non potere ampliare il servizio, che occorrerebbe un investimento di denaro che il Comune non ha". Dagli elenchi anagrafici di Genova risulterebbero un migliaio di bambini con quella età, ma che per carenze di risorse (aule, banchi, mense) resterebbero senza un posto nella scuola di Stato.
"Un altro migliaio di alunni, appunto quelli che dovrebbero entrare a cinque anni e mezzo nella prima elementare, rimangono fuori - denuncia Sandro Clavarino, della Cisl -: le ragioni sono incluse nelle carenze degli organici, bloccati da più anni dalle diverse leggi finanziarie". Inoltre, c'è la partita del tempo pieno e del tempo prolungato: la riforma li cancella, entrambi, riducendo le 30 ore settimanali e curriculari a 27, introducendo invece 3 ore opzionali e facoltative, più 10 ore di tempo-mensa (dedicato). "Nella sostanza - precisa Corrado Artale, della Uil - l'ipotesi di classe con alunni con tre tipi di orari diversi, diventa ingestibile. Perciò tutte le famiglie saranno costrette a scegliere il tempo pieno, sottraendo ore alle altre, lasciando così un migliaio di bambini senza il posto".
Insomma, dicono i sindacalisti, le nozze non si fanno coi fichi secchi, "la scuola di Stato diventa una scuola di vigilanza". Anche nelle scuole medie, dove la nuova suddivisione degli orari settimanali e per materia farebbe perdere tre ore in prima (diventerebbero però 33 nelle classi bilingue), con un taglio di ore per gli insegnanti di Educazione Tecnica. "Se le famiglie dovessero scegliere il modello delle 27 ore si perderebbe un insegnante su otto, un professore di Educazione Tecnica su tre - specifica Bruno Belgini, dello Snals - con una pesante ripercussione sull'occupazione". Il calcolo su base cittadina sarebbe appunto di una cinquantina di posti di lavoro, mentre raddoppierebbe in tutta la Liguria, colpendo le categorie più deboli: i precari.
Il ministro Moratti del Polo, però, più volte ha ribadito che la sua riforma non è altro che la rielaborazione della "Berlinguer", pensata ai tempi del Governo Prodi. "Se fosse così - risponde Rita Assandri - non avrebbe tagliato posti ed organici. La Moratti ha bloccato dove c'era da aggiungere e tagliato dove non c'erano già carenze". In ogni caso, alla richiesta, avanzata dai sindacati, di ritirare il decreto e ritenere nulla la circolare di attuazione, si aggiungono le mobilitazioni dei genitori delle scuole elementari e medie della città. Hanno ventilato le occupazioni dei plessi scolastici, che potrebbero scattare già dai prossimi giorni.


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