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Repubblica/Genova: Sostegno, la legge scandalo bimbi davanti a una commissione

Genitori e insegnanti insorgono di fronte alle convocazioni della Asl per determinare l´invalidità

28/02/2007
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la Repubblica

Genitori e insegnanti insorgono di fronte alle convocazioni della Asl per determinare l´invalidità

Sostegno, la legge scandalo bimbi davanti a una commissione

MICHELA BOMPANI

Prima c´era il consultorio, adesso la commissione disabilità della Regione. I genitori e gli insegnanti liguri sono sul piede di guerra: i bambini diversamente abili dovranno "passare" sotto la stessa commissione che certifica l´invadilità degli adulti, accompagnati dai loro genitori, in via Giovanni Maggio a Quarto.

Agli alunni delle scuole genovesi sono arrivate, a fine gennaio, le lettere di convocazione da parte della Asl, ma nessuno, tra i pochi che sono informati su questa "novità", è disposto a sottoporre i piccoli - e i genitori - a un´esperienza così traumatizzante, sentendosi dichiarare perentoriamente disabili da una commissione schierata che, per quanto composta da membri eccellenti, ha il tempo di valutazione che coincide con quello di un colloquio e soprattutto non ha familiarità con il bimbo e la sua famiglia.

È quanto la Regione ha disposto, vedendosi costretta ad applicare il dl 185 del 2006, varato dal governo Berlusconi e mantenuto da Prodi, in vigore dal settembre scorso. E le lettere di convocazione sono arrivate alle famiglie solo un mese fa, con la beffa che l´attestazione di disabilità, che apre la porta al diritto all´insegnante di sostegno, sarà ottenuta dalle famiglie nella seconda metà dell´anno scolastico.

«È tremendo - tuona Manuela Parasi, insegnante della scuola elementare Garaventa - pensare di risparmiare in comparti così delicati del sistema sanitario nazionale». Il rischio di un´analisi così superficiale, dati i tempi brevi nei quali è condotta, non riesca a cogliere disabilità più subdole, spiega Parasi, che apparentemente non sono visibili o immediatamente rintracciabili.

E a rendere ancora più amara la notizia, è che la legge stabilisce che la visita davanti alla commissione venga ripetuta ogni anno. «Siamo preoccupati e invochiamo la Regione e il governo perché rimedi a questo disastro: la disabilità è di fatto equiparata all´invalidità», dice Simona Cosso, insegnante della Garaventa, che sta cercando di spiegare le nuove norme ai genitori di alcuni suoi alunni, stranieri e disabili, per cui la montagna da scalare diventa ancora più ripida. A cominciare dai problemi linguistici di comunicazione che puntualmente si verificheranno durante l´esame della commissione.

Cosa accadrà? «Molte famiglie non porteranno i bimbi, anche se convocati - spiega Matteo Viviano, Cogede Liguria - ritornerà la "vergogna" della disabilità. Con due risultati: nelle classi aumenteranno gli alunni disabili, proprio perché non riconosciuti tali, e le famiglie e le scuole verranno scippate degli insegnanti di sostegno». Si arriva a mettere in discussione l´inserimento dell´alunno diversamente abile, tuona Viviano, un principio in cui l´Italia ha fatto scuola in Europa.

Uno spiraglio di speranza arriva dalla Regione, che sta lavorando a un piano. «La legge nazionale ha complicato la vita - ammette Claudio Montaldo, assessore regionale alla Salute - e stiamo studiando un modo per come uscire da questa situazione. E´ un problema che contiamo di risolvere, ovviamente nella direzione della tutela dei bambini, delle loro famiglie e della disabilità».

Ma come andavano le cose, fino allo scorso anno scolastico? Erano gli insegnanti ad accompagnare gli alunni nel percorso di riconoscimento della disabilità. I docenti per primi compilavano un complesso "modulo di consulenza", in cui descrivevano le problematiche del bambino, e lo consegnavano all´assistente sanitaria della scuola, dopodiché venivano convocati i genitori, che firmavano il documento, poi inoltrato alla Asl. Cominciava un percorso della famiglia e del bimbo, presso le Asl, cinque-sei incontri con neuropsichiatri, psicopedagogisti, psicologi, non solo creavano un rapporto con il piccolo e i genitori, ma si valutavano approfonditamente le reali condizioni del bambino. Al termine del percorso, dagli specialisti veniva espresso un parere. Adesso tutto questo non c´è più: ai bambini disabili arriva una lettera a casa, della Asl. Per presentarsi davanti a una commissione.