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rEPUBBLICA-gENOVA-Tagli e bugie, impossibile quadrare il cerchio

BACHECA Lo sfogo di un'insegnante alle soglie della pensione che lancia il suo grido d'allarme Tagli e bugie, impossibile quadrare il cerchio Mi sono permessa di rifiutar...

08/02/2006
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la Repubblica

BACHECA
Lo sfogo di un'insegnante alle soglie della pensione che lancia il suo grido d'allarme
Tagli e bugie, impossibile quadrare il cerchio
Mi sono permessa di rifiutare un compenso irrisorio, chiedendo che la cifra venisse utilizzata per l'acquisto di materiale di consumo
ADRIANA CAVIGLIA*


"Non siate insensibili al grido di dolore che da tante scuole pubbliche si leva.... "
Dopo trentacinque anni di insegnamento, alle soglie della pensione, ho un dolore profondo: quello di lasciare la scuola in queste miserrime condizioni. Ho assistito alla parabola ascendente della scuola pubblica italiana ed ora, con rammarico, vedo quella discendente. Quella degli ultimi anni si può definire come "cronaca di una morte annunciata" ed il caro estinto è la scuola pubblica. Essa sfornerà, per legge, gente votata all'ignoranza, soprattutto in campo storico, perché i nuovi programmi mortificano molti degli aspetti che reputo fondamentali della nostra cultura ed identità, senza i quali sarà impossibile leggere la realtà occidentale (compresa quella americana che da essa deriva).
Proprio ieri ho partecipato ad una riunione di servizio nella quale i docenti tentavano la quadratura del cerchio: si sforzavano cioè di adattare la struttura fatiscente e per giunta in sentore di taglio di fondi (si parla del 40%) ad una riforma che sottrarrà alle generazioni future la possibilità di acquisire serie di competenze
Hanno tagliato le ore di servizio docente con relative perdita di posti di lavoro che saranno soppiantati da contratti a termine in quanto il turn over sarà di 1 a 5, (ogni 5 che andranno in pensione sarà assunto una persona nel pubblico impiego per espressa ammissione del governo). Hanno violato i programmi riducendo le ore, pretendendo una valutazione per convivenza civile che dovrebbe tener conto di tutti gli aspetti della personalità riassunto in uno dei cinque giudizi a disposizione (non suff suff buono distinto ottimo) e formulato da tutti gli insegnanti (le famose discipline trasversali).
Recentemente mi sono permessa di rifiutare un compenso irrisorio, riconoscimento per un lavoro di una certa entità svolto, chiedendo che la cifra venisse utilizzata per l'acquisto di materiale di consumo che spesso devo anticipare o addirittura mettere di mio (spesso stampo a casa il materiale che se stampassi a scuola, risulterei criminalizzata, come già è avvenuto). E' vergognoso che un'insegnante venga colpevolizzata perché utilizza materiale a fini didattici, ma più vergognoso che la scuola non lo possa offrire perché i fondi sono stati tagliati.
Gran parte del budget della scuola copre una faraonica struttura organizzativa che la legge pretende e che si può definire un Ucas (Ufficio complicazioni affari semplici).
Hanno svuotato dall'interno la scuola, indorando di bugie il fragile involucro esterno rimasto. Presto si sfascerà. In questi casi non può esistere altro che far prendere coscienza agli operatori della scuola e soprattutto all'utenza quanto è stato fatto e si sta facendo sulla loro pelle e quale ricaduta avrà sulle generazioni future.
*insegnante scuola media statale Guidobono di Savona