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Repubblica/Genova: Tasse e tagli, prof all´attacco "Caro Prodi, chiudi il Cnel"

Sessanta docenti scrivono al governo che ipotizza nuovi giri di vite sulla pubblica amministrazione

09/09/2007
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la Repubblica

Nel mirino gli sprechi: "Quell´ente è ormai inutile"

Conti alla mano, l´abolizione della struttura farebbe risparmiare 15 milioni
Tra i sottoscrittori del documento anche tre presidi: Bondavalli, Marsonet e Boero
COSTANTINO MALATTO

Troppo facile dire: tagli alla pubblica amministrazione uguale meno tasse. Oggi lo dicono tutti. O quasi. La soluzione, in realtà, non è tagliare la pubblica amministrazione. Ma tagliare gli sprechi. Un esempio per tutti: il Cnel, Consiglio nazionale dell´Economia e del Lavoro. Ente ormai inutile, la cui abolizione farebbe risparmiare allo Stato 15 milioni di euro. È quanto chiede un gruppo di oltre 60 docenti (ma c´è anche qualche amministrativo) dell´Università di Genova in una lettera aperta indirizzata ai ministri Tommaso Padoa Schioppa (Economia) e Luigi Nicolais (Riforme). «Il Cnel fu pensato dalla Costituente come sede di consultazione tra sistema politico e forze sociali - ricordano i firmatari - . All´epoca poteva avere un senso, oggi non ne ha nessuno: altri sono i tavoli della interlocuzione tra governo, imprenditori e sindacati. Il Cnel è solo un centro di studi, spesso neppure fatti in proprio ma commissionati; non ha alcun ruolo politico se non nel senso deteriore, in quanto costoso luogo di pensionamento di lusso per personaggi della casta».
Tra i firmatari ci sono tre presidi di facoltà (Pino Boero, Francesco Bondavalli, Michele Marsonet) e molti fra i docenti più noti dell´Ateneo genovese. Fra questi Giovanni Chiola, Gianfranco Coletti, Isabella Consigliere, Gaetano Gallinaro, Giunio Luzzatto, Adele Maiello, Luciano Malusa, Rinaldo Marazza, Sandro Morelli, Mauro Palumbo, Pier Paolo Puliafito, Silvana Rocca, Guido Rodriguez, Roberto Sinigaglia, Francesco Surdich.
«La prima idea - spiega Luzzatto, uno dei promotori dell´iniziativa - , nata da un gruppo più ristretto di docenti, era quella di evidenziare le necessità dell´Università e della ricerca. Ma poi, discutendone, abbiamo ritenuto più opportuno allargare il discorso». Infatti la lettera sottolinea questo aspetto generale: «Quali universitari - scrivono i firmatari - abbiamo fondati motivi per segnalare le esigenze degli atenei, di tutto il sistema formativo, della ricerca; ma quali cittadini riteniamo che anche queste esigenze, reali e urgenti, devono essere collocate in un quadro più generale, che riguarda l´intera pubblica amministrazione».
Anche perché, ricorda il documento, «l´entità complessiva della spesa pubblica in Italia è in linea con la media europea. E anche l´organico dei dipendenti pubblici si colloca all´incirca su tale media. È vero però che la pubblica amministrazione opera spesso, nella gestione di tale spesa, in modo poco efficiente o addirittura con inaccettabili sprechi». La strada, dunque, non è quella di «compiacere demagogicamente i denigratori di tutto ciò che è pubblico», ma di «puntare sull´efficienza e abolire gli sprechi». Anche perché, insistono i firmatari della lettera, «restringendo al di sotto del minimo vitale le disponibilità per l´ordinaria gestione delle amministrazioni si innesca un circolo veramente vizioso: gli uffici funzionano sempre meno e i cittadini ritengono sempre meno motivato il loro finanziamento». Tipici esempi: i carabinieri che non hanno i soldi per inviare le multe, i vigili del fuco e la polizia che hanno problemi di fornitura di carburante, le ferrovie, i comuni. «La riduzione vera degli sprechi - afferma il documento - deve iniziare dalle prebende e dai privilegi dei responsabili politici, nazionali e locali. Risorse quantitativamente ancora maggiori deriverebbero inoltre dalla soppressione, spesso promessa, mai attuata, degli enti inutili». Uno dei quali è proprio il Cnel: «La procedura per la soppressione - avverte la lettera aperta - richiede una modifica costituzionale. Proprio per questo è bene iniziarla subito».