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Repubblica-Genova-Tempo pieno, meno sessanta classi

Gli effetti della riforma Moratti sulla scuola genovese: su base regionale siamo addirittura a meno centosei Tempo pieno, meno sessanta classi La Cgil attacca: "Disastro, nonostante l...

31/08/2004
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la Repubblica

Gli effetti della riforma Moratti sulla scuola genovese: su base regionale siamo addirittura a meno centosei
Tempo pieno, meno sessanta classi
La Cgil attacca: "Disastro, nonostante le promesse del ministro"
GIUSEPPE FILETTO


SEssanta classi in meno nelle scuole elementari della provincia di Genova, che vogliono dire altrettanti insegnanti senza un posto di lavoro. Non è tutto: indirettamente, una cinquantina di prime classi spariscono negli istituti tecnici e professionali. I numeri all'incirca raddoppiano su base regionale: nelle elementari diventano 106 classi in meno, nelle superiori 88.
I tagli nelle scuole elementari sono la diretta conseguenza che la Riforma Moratti porta in provincia di Genova dal prossimo anno scolastico. Infatti, tante sarebbero le richieste di classi a tempo pieno e prolungato presentate dalle scuole elementari genovesi e già respinte con decreto dal Ministero dell'Istruzione, altrettanti gli insegnanti in meno, quindi quelli che perderebbero il posto o, comunque, i precari (i supplenti) da non riconfermare.
I numeri sono stati conteggiati dalla Cgil-Scuola e ieri confermati dall'Ufficio Scolastico Provinciale. Per quanto riguarda la scuola elementare sono la logica conseguenza dei tagli apportati dalla Riforma-Moratti, sugli articoli riservati al "tempo pieno" ed a quello "prolungato": li cancella entrambi, riducendo le 30 ore settimanali e curriculari a 27, introducendo, invece, 3 ore opzionali e facoltative, più 10 ore di tempo-mensa (cosiddetto dedicato).
Tutto questo nonostante la circolare diffusa dallo stesso Ministro, nello scorso gennaio, abbia ribadito che per il prossimo anno scolastico (quindi quello che legalmente inizia domani) la situazione sarebbe rimasta immutata rispetto all'anno appena concluso. Tuttavia, per uno strano gioco di alchimie burocratiche e matematiche, tutte le quinte classi (appunto una sessantina nelle scuole elementari della provincia di Genova) che fino allo scorso giugno erano a tempo pieno sono andate in esaurimento, quindi da domani le prime non saranno più formate a tempo pieno. Conseguentemente, i due insegnanti che erano in ciascuna di quelle classi diventano uno, dimezzando automaticamente il numero complessivo. "Non voglio difendere la posizione del Ministro Moratti e della riforma, anche se farlo sarebbe il mio mestiere, ma mi sembra normale tutto questo - dice Rosaria Pagano, direttore dell'Ufficio Scolastico Provinciale (l'ex Provveditorato agli Studi) - In questo momento sono impegnata nelle nomine, e non so di preciso quante classi siano in meno nelle elementari, ma mi sembra proprio che nella provincia di Genova il numero sia vicino alle sessanta unità. D'altra parte - precisa - sarebbe stato assurdo istituire nuove classi a tempo pieno. L'avremmo fatto anche senza la riforma: il tempo pieno, infatti, è stato congelato dalle precedenti leggi finanziarie". Rimangono invece tali le classi già a regime di tempo pieno, ma lo saranno soltanto fino ad esaurimento, cioè man mano che quarte, terze e seconde diventeranno quinte. In ogni modo, entro quattro anni, tempo pieno e prolungato saranno soltanto un ricordo.
Per effetto della medesima riforma, fra alcuni giorni (quando saranno fatte le nomine) nella provincia di Genova una cinquantina di professori della scuola media superiore si ritroverà senza "cattedra". Sono gli insegnanti delle prime classi. Infatti, ai tagli diretti, portati dalla Moratti, si aggiungono quelli indiretti. Gli istituti tecnici e professionali registrano una cinquantina di classi in meno rispetto allo scorso anno. La riforma destina il passaggio delle scuole professionali alle Regioni, ma non dice nulla sui tecnici industriali, commerciali, per geometri e nautici. "Nell'incertezza - spiega Paolo Quatrida della Cgil - le famiglie e gli studenti hanno optato per licei e magistrali, facendo salire vertiginosamente le iscrizioni in queste scuole, a scapito delle altre".