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Repubblica/Genova: Università, atto d´accusa di Bankitalia

"Uno studente su due non sa leggere e comprendere un testo"

17/02/2008
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la Repubblica

Un quadro sconfortante quello che emerge dall´intervento del vicedirettore generale Ignazio Visco

In Liguria il 21% dei giovani è insufficiente in ambito scientifico e il 27% ha poche competenza in matematica
L´obiettivo per i dottorati di ricerca sarebbe quello di concentrare le risorse in un numero limitato di atenei

COSTANTINO MALATTO

Se l´Italia va a rilento la colpa è anche della scuola e dell´Università. Un giudizio molto secco. Tantopiù se pronunciato all´inaugurazione dell´anno accademico dell´Università di Genova. E se a farlo è, come è accaduto ieri, il vicedirettore della Banca d´Italia Ignazio Visco, ospite d´onore della giornata. Un intervento che ha il grande merito di non essere il solito discorso un po´ retorico che si tende a pronunciare in questi casi. Anzi, l´intervento di Visco tocca temi delicatissimi di questa fase sociale: crescita, capitale umano, istruzione.
«Sono oltre dieci anni - afferma l´alto dirigente di Bankitalia - che la crescita economica in Italia è bassa, la produttività cresce a tassi modesti, il reddito pro capite sostanzialmente ristagna». Questa fase di rallentamento, spiega Visco, coincide sostanzialmente con quattro grandi fenomeni evolutivi: la globalizzazione, lo sviluppo e la diffusione delle nuove tecnologie, l´esodo di intere popolazioni, i cambiamenti climatici. Ma questo non significa che fenomeni di questo tipo e di queste dimensioni portino automaticamente alla crisi: «Molti paesi - dice Visco - , avanzati ed emergenti, stanno ampiamente beneficiando della globalizzazione». Non è così nel nostro paese. La colpa è di molti fattori. Ma è impensabile «affrontare i grandi cambiamenti in corso senza intervenire sul livello del capitale umano».
Ma questo livello è basso, accusa il vicedirettore di Bankitalia. Le indagini condotte dall´Ocse, che mettono a confronto la situazione dell´istruzione nei diversi paesi, dipingono un quadro sconfortante. Il 25% degli studenti ha competenze scientifiche insufficienti, percentuale che sale al 33% per le competenze in matematica. Ma il fatto più allarmante è che oltre la metà dei giovani non è in grado di leggere e di comprendere in modo adeguato un testo. Percentuali che «solo marginalmente sono migliori per la Liguria: 21% di poveri in competenze scientifiche, 27% in competenze matematiche, 45% nella lettura e comprensione di un testo».
Colpa della scuola, ma colpa anche dell´Università: «Nelle graduatorie internazionali - avverte Visco - le nostre università figurano in posizioni piuttosto arretrate, tanto che nessuna è fra le prime cento. Fra i meccanismi per intervenire c´è quello di aumentare le tasse scolastiche e contemporaneamente accrescere anche il numero delle borse di studio. Poi l´abolizione del valore legale del titolo di studio». Ma soprattutto, afferma il vicedirettore della Banca d´Italia, c´è la necessità di «disporre di valutazioni comparate fra i vari atenei, sia riguardo ai rendimenti didattici sia all´impatto della ricerca che vi viene prodotta». E in base ai risultati «differenziare i finanziamenti pubblici alle varie università». Insomma: premiare i meritevoli e punire gli ignavi. «Lo stesso - avverte Visco - vale per i dottorati di ricerca, riducendo l´autoreferenzialità e ampliando la varietà dei docenti. E concentrando le risorse in un numero limitato di atenei, che possano costituire scuole di dottorato competitive e con solidi collegamenti internazionali».