PAOLA COPPOLA
ROMA - Riga, compasso e matita restano nel cassetto. La retta tangente e il cerchio sono fatti di pixel. La classe I G sta esplorando un programma di geometria dinamica: a muovere il mouse davanti al pc c´è Elena, 11 anni, i compagni hanno gli occhi sgranati davanti alla lavagna interattiva e prendono appunti. Nessuno si distrae o gioca mentre, in piedi, nella biblioteca della scuola, il professore mostra le funzioni di un programma che i ragazzi useranno nell´aula di informatica.
«Metodo sperimentale» lo chiama e significa - spiega agli alunni Dario Russo, che insegna Matematica e scienze - "imparare insieme": il professore a conoscere tutte le funzioni di quel software, la classe a studiare una materia che, se non ci fosse un po´ di gioco, sarebbe più indigesta. E peccato che il tecnico deve ancora "calibrare bene" la lavagna che oggi, quando la tocchi, sposta gli oggetti una decina di centimetri più in là, altrimenti «farei vedere come si usa con le mani», confessa. Ma quando il cerchio cambia colore o la retta si muove, si torce come una molla e schizza via, gli alunni ridono e se il prof fa una domanda fanno a gara a rispondere.
L´Istituto comprensivo "Alfieri - Lante della Rovere", scuola pubblica sulla Salaria, quartiere bene di Roma, questo strumento ce l´ha da un po´ (da prima del progetto "La scuola digitale") ma dall´inizio di questo anno scolastico può contare anche su quella inviata dal ministro Gelmini. È uno degli oltre 3700 istituti che hanno fatto domanda ed è stato dotato degli strumenti hi-tech: il kit con pc, lavagna interattiva multimediale (Lim) e videoproiettore. Il piano del ministero dell´Istruzione procede: entro ottobre nelle medie dovrebbero arrivare oltre 9500 kit. «Quest´anno saranno distribuite altre 10.000 Lim per raggiungere 6-7 classi ogni scuola, poco meno del 50 percento del totale e inizieranno i corsi di formazione degli insegnanti», chiarisce Giovanni Biondi, capo dipartimento per la Programmazione del ministero. «Si passerà anche alla seconda fase del progetto che coinvolge primarie e secondarie di secondo grado dove entro giugno ci saranno le prime lavagne», continua.
Se il Trentino è avanti nella diffusione delle Lim e la Campania in ritardo nella distribuzione, in questa "scuola pioniera" il gessetto vivrà a lungo. Il touchscreen - che rende le lezioni un´esperienza immersiva - non è ancora uno strumento di classe. All´ "Alfieri-Lante della Rovere" sarà usato a turno. Russo - uno dei docenti "formato" per insegnare ai colleghi - spiega che la scuola ha un software di biologia che si usa con la Lim con cui si può "entrare" dentro un cuore umano, scomporlo e vedere ogni parte, e che concetti come longitudine e latitudine così sono più semplici da spiegare. Anche una lezione di lettere si può integrare con i contenuti digitali e diventare un viaggio tridimensionale dentro il testo. Ma il professore precisa: «Con i ragazzi di prima per ora sto usando la lavagna come un proiettore», anche se naviga in Internet, manda email e permette di scriverci su, salvare e conservare tutto. Russo guarda con lucidità alle realtà molteplici degli istituti pubblici: «Difficile che abbiano chiesto la Lim quelli dove manca persino la carta igienica o piove in classe». È entusiasta la preside, Carla Alfano: «È un modo moderno per insegnare, che serve alla scuola per impadronirsi del linguaggio dei ragazzi e usarlo per orientare l´apprendimento». La Alfano sa che la sua è "una scuola pubblica che funziona", eppure «c´è molto lavoro da fare perché le principali resistenze arrivano dagli insegnanti». Oggi si trova davanti a un problema: «Non posso permettere che alcuni alunni la usino e altri no. Non ne chiederò più finché non avrò abbastanza docenti che possono usarla l´insegnamento», dice. Il kit del ministero intanto potrebbe "passare" agli alunni delle elementari dello stesso istituto.
|