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Repubblica-"Giusto educare alle sfide fa emergere le potenzialità"

INTERVISTA/1 Serse Cosmi, insegnante e allenatore, lo spiega in un libro "Giusto educare alle sfide fa emergere le potenzialità" umiliante Voler coinvolgere tutti allo...

26/08/2004
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la Repubblica

INTERVISTA/1
Serse Cosmi, insegnante e allenatore, lo spiega in un libro
"Giusto educare alle sfide fa emergere le potenzialità"
umiliante Voler coinvolgere tutti allo stesso modo è sbagliato e umiliante
MARINA CAVALLIERI


ROMA - "Innanzitutto partiamo col dire che è necessario più sport nelle scuole, anche agonistico, perché no, la competizione in sé non è negativa". Serse Cosmi, allenatore, ex insegnante di educazione motoria nelle elementari, è l'emblema, come si legge nel suo sito, di un calcio più vicino al cuore che ai soldi. È anche autore di un libro scritto con Enzo Bucchioni, "L'uomo del fiume" (Baldini'Castoldi), dove racconta di vittorie e sconfitte, di sport e passioni.
Allora un po' di competizione non guasta?
"Io parto dal fatto che in ogni bambino c'è l'aspetto competitivo, bisogna tirarlo fuori nella maniera giusta, in modo che non rechi problemi sotto l'aspetto psicologico, ma non va inibito come succede molto spesso nella scuola, almeno a me è capitato".
Cosa le è capitato?
"L'introduzione di attività sportive era una questione molto discussa, perché non si poteva correre il rischio di stimolare la competitività, molti avevano dei timori".
Di che tipo?
"Hanno paura che l'agonismo, la competitività, escludano mentre compito della scuola è coinvolgere tutti, e questo voler coinvolgere tutti allo stesso modo spesso però crea danni peggiori. Anche rendere tutti uguali può essere umiliante".
Per lei l'agonismo "giusto" cos'è?
"Non dico che con i bambini piccoli bisogna stare lì col cronometro, dico però che anche l'agonismo può essere un valore, per agonismo intendo la possibilità di capire le proprie capacità rispetto ad un altro, è importante che tutti partecipino ma le capacità devono emergere, come del resto succede con tutte le discipline. Il lavoro degli insegnanti dovrebbe essere di esaltare le qualità dei ragazzi, ma sulle qualità sportive c'è un pregiudizio, non sono riconosciute".