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Repubblica-Guai ad abolire lo spirito di corpo

L'INTERVISTA Il maestro e scrittore Marcello D'Orta. La scuola è come una palestra, serve una buona guida'quot; 'quot;Guai ad abolire lo spirito di corpo ROMA - Maestro Marcello D'O...

13/07/2004
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la Repubblica

L'INTERVISTA
Il maestro e scrittore Marcello D'Orta. La scuola è come una palestra, serve una buona guida'quot;
'quot;Guai ad abolire lo spirito di corpo

ROMA - Maestro Marcello D'Orta, lei è stato autore di libri di successo sui bambini delle elementari e ha lasciato la scuola quando è arrivata la riforma che ha mandato in pensione il maestro unico. Che importanza aveva la classe quando lei insegnava?
'laquo;La classe è come lo spogliatoio nel gioco del calcio, se lo spogliatoio è buono ci sono anche i buoni risultati, l'importante è tenerla unita, è decisivo che si crei uno spirito di corpo'raquo;.
E come si crea?
'laquo;Sta nell'abilità dei maestri creare un buon spirito di squadra e impedire soprattutto che si formino i clan, i clan in una classe sono un ostacolo, nascono rivalità pericolose, divisioni, noi insegnanti, dobbiamo portare all'unità'raquo;.
Lei ha detto che la classe è un microcosmo.
'laquo;Sì, e per i bambini è come una palestra, imparano a convivere, a stare con gli altri. La classe è un piccolo riflesso della società, c'è il bullo, il leader, il gregario, tutti devono imparare a relazionarsi con gli altri'raquo;.
La classe riflette le differenze sociali o tende ad appianarle?
'laquo;Dipende dai luoghi, dalle situazioni. Io insegnavo in una scuola di Secondigliano, un quartiere piuttosto povero, lì una volta arrivò un ragazzo che veniva dalla Svizzera, i genitori erano italiani che si erano trasferiti. Beh, poverino, rimase sempre un isolato, un diverso. Era anche l'unico che veniva sempre con il grembiule, gli altri, ragazzi più di strada, non se lo mettevano. Oggi però ci sono meno differenze. O sono meno visibili. Un tempo le classi riflettevano veramente le differenze sociali. Io da piccolo, andavo in una scuola privata, c'erano le classi per i più poveri, meno illuminate, senza le carte geografiche e quelle per i più ricchi. Era un ex convento, a noi avevano dato la parte più diroccata'raquo;.
Oggi c'è preoccupazione per la frantumazione della didattica, paura che si perda l'unità.
'laquo;Non temo di essere accusato di eccessiva nostalgia ma l'unità è importante, così come il fatto che ci sia una guida, un maestro più presente di altri. Mi sembra che in giro ci sia molta confusione'raquo;.
Che cosa la preoccupa?
'laquo;Nella scuola vedo molto disorientamento, riforme fatte che non vengono attuate, altre che si cambiano all'ultimo minuto. Gli insegnanti sono disorientati'raquo;.
(m.c.)