Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Repubblica-Guglielmo Epifani, il leader della Cgil: rispetto Pezzotta, non accetto chi organizza la diserzione delle urne

Repubblica-Guglielmo Epifani, il leader della Cgil: rispetto Pezzotta, non accetto chi organizza la diserzione delle urne

L'INTERVISTA Guglielmo Epifani, il leader della Cgil: rispetto Pezzotta, non accetto chi organizza la diserzione delle urne "I vescovi sbagliano sull'astensione vedremo se i cattolici li se...

03/06/2005
Decrease text size Increase text size
la Repubblica

L'INTERVISTA
Guglielmo Epifani, il leader della Cgil: rispetto Pezzotta, non accetto chi organizza la diserzione delle urne
"I vescovi sbagliano sull'astensione vedremo se i cattolici li seguiranno"

schieramento Nella scelta di far fallire il referendum c'è la teoria del fine che giustifica i mezzi: non mi pare un principio e un valore cristiano
riforma Bisogna cambiare l' istituto referendario per renderlo più forte, magari alzando il numero delle firme da raccogliere
GIOVANNA CASADIO

ROMA - "C'è Machiavelli nella scelta di far fallire il quorum; c'è la teoria del fine che giustifica i mezzi: non mi pare un principio e un valore cristiano". Guglielmo Epifani va dritto al problema: quante possibilità ci sono che la campagna per il "non voto" vanifichi il referendum contro la legge sulla procreazione assistita? "Siamo lì, lì... " calcola il segretario della Cgil, tra raggiungere il quorum oppure no. "Maggiore è l'attenzione nelle grandi città, meno nel Mezzogiorno e nei centri più piccoli".
Epifani, lei è schierato per il Sì, ma l'astensione è costituzionalmente legittima, non crede?.
"Il singolo cittadino ha tutto il diritto di non andare a votare o di andare e non ritirare la scheda, ma l'astensione organizzata colpisce al cuore l'istituto referendario. M'inquieta un appello all'astensione che fugge dal confronto di merito: è una posizione disinvolta e poco responsabile".
Irresponsabile perché?
"Il referendum è un istituto di democrazia diretta, importante: lo prevede la Costituzione, sta in tutti gli ordinamenti democratici, serve a temperare, sul versante dei diritti dei cittadini, il potere legislativo. Sta in una sfera più generale di equilibrio tra i poteri e fa capo direttamente al cittadino. Negli ultimi dieci anni il quorum è stato raggiunto una sola volta, c'è una tendenza strisciante a superare questo istituto di democrazia. E gli appelli anti referendum sulla provetta compromettono l'esercizio del diritto di voto di chi invece partecipa. Tutto ciò mi fa dire che l'istituto del referendum andrebbe riformato".
In che modo?
"Ad esempio alzando il numero delle firme; autorizzando la raccolta firme dopo che la Consulta ha dato il via libera all'ammissibilità del quesito; stabilendo un referendum-day non suscettibile di scelta politica; e decidendo che ci sono materie per cui il quorum può essere abbassato".
La bioetica è tra queste?
"No, è una materia importante e richiede un quorum pieno".
La Chiesa ha alzato un muro anti referendum e rivolge inviti pressanti all'astensione.
"Non è bene alzare muri anzi, bisogna parlarsi con rispetto. La scelta dei vescovi per l'astensione oltre a essere poco convincente è il segno di una Chiesa ripiegata su se stessa, che sente il bisogno di riaffermare un'identità chiudendosi e non confrontandosi. Ma non sappiamo quanti cattolici seguiranno la Chiesa e quanti una diversa scelta della propria coscienza, come è accaduto negli anni '70 su divorzio e aborto".
Ammetterà che decidere sull'indissolubilità del matrimonio non è paragonabile, sul piano etico, alla scelta sulla vita e la manipolazione degli embrioni?
"Certo, anche perché c'è un tema che trascende questo referendum ed è quello del relativismo etico. Il pensiero teologico dell'ultimo decennio si è spinto fino far diventare l'accusa di relativismo etico la critica più forte alla modernità: ecco io credo che un credente abbia una possibilità in più... ".
Lei è credente?
"No, lo sono stato. Dicevo: un credente ha una possibilità in più rispetto a un non credente, ma la fede in un Dio trascendente fonda una morale di qualità superiore? Perché se si assegna un primato alla morale fondata sull'esistenza di Dio, allora difficilmente questa morale rinuncerà a diventare fondamento delle scelte dello Stato".
Cosa teme da una sconfitta del referendum?
"Che i toni siano esacerbati e la contrapposizione più forte. Lo Stato laico è l'espressione più alta del rispetto della libertà individuale in cui non ci può essere una morale che si considera superiore a un'altra. Le comunità ebraiche, i valdesi hanno un altro atteggiamento sul referendum: sono anche loro figlie del relativismo etico? San Tommaso, che per secoli ha definito in maniera diversa da come fa oggi la Chiesa l'origine della vita, è anche lui un po' relativista?".
Per l'astensione è schierato Pezzotta, però a livello personale, e senza impegno per la Cisl. E la Cgil?
"Rispetto quella di Pezzotta perché è una posizione personale. Organizzare la diserzione dalle urne è invece incomprensibile. Io voterò quattro Sì per la libertà di ricerca che deve avere paletti ma non i divieti della legge 40; perché considerare un embrione titolare degli stessi diritti di una madre è inaccettabile; perché ci sono sfere di scelte individuali da rispettare. La Cgil ha invitato i suoi iscritti ad andare a votare e abbiamo dato un giudizio negativo sulla legge 40. Non c'è un'indicazione precisa di voto, però abbiamo cercato di informare e dibattere nei luoghi di lavoro".
Se Berlusconi annunciasse l'astensione, pensa che provocherebbe una reazione uguale e contraria, cioè "tutti alle urne"?
"Questi sono temi che riguardano tutti i cittadini, chi crede e chi no, chi è di destra e chi è di sinistra: non penso che si possano affrontare per rigidi confini di partito".