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Repubblica: "I bambini meridionali pagano il degrado sociale e culturale"

L´uso diffuso nelle famiglie del dialetto si coniuga con la pressoché nulla conoscenza dell´italiano

02/02/2010
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la Repubblica

Napoli.
Marina Farina maestra elementare a Bagnoli

BIANCA DE FAZIO

NAPOLI - «Il divario non inizia nell´apprendimento. I bambini meridionali scontano degrado sociale ed ambientale. Ai blocchi di partenza delle scuole elementari i piccoli non giungono tutti con lo stesso patrimonio socio-culturale. E chi parte svantaggiato arranca spesso per tutto il percorso scolastico». Marina Farina insegna in una scuola d´eccezione, in un circolo didattico, il 73° di Bagnoli, che da anni è all´avanguardia nella sperimentazione e nella didattica. «E non mi stupisce che l´Invalsi abbia rilevato, ancora una volta, tante differenze tra Nord e Sud. I bambini delle regioni meridionali hanno meno opportunità, abitano periferie, assai spesso invivibili». Piazze di spaccio e terre di camorra, insediamenti abusivi e scarsi collegamenti con i centri cittadini. «Zone dove - aggiunge Marina Farina - l´uso diffuso del dialetto si coniuga con una pressoché nulla conoscenza dell´italiano. I nostri bambini sono spesso portatori di un disagio sociale che impone alle maestre di occuparsi delle loro condizioni affettive, sociali, igieniche». Fattori, questi, che spiegano anche il divario di apprendimento sullo stesso territorio, tra scuola e scuola. «Ma le variabili sono anche altre. E sono legate alla qualità della vita, alla possibilità di giocare nei parchi, di frequentare palestre e ludoteche. Vogliamo mettere a confronto le città toscane con quelle campane? Il tempo pieno, infine: qui lo si fornisce col contagocce. E le ore trascorse a scuola, piuttosto che in strada, fanno la differenza».