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Repubblica-Il premio fedeltà nella scuola in agonia

Il premio fedeltà nella scuola in agonia CORRADO AUGIAS C aro Augias, sono un dirigente scolast...

07/02/2006
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la Repubblica

Il premio fedeltà nella scuola in agonia
CORRADO AUGIAS


C aro Augias, sono un dirigente scolastico in pensione dal 2002 perché il buongiorno si vedeva dal mattino e non ho voluto tirare la volata ad un governo che manifestava l'intenzione di mortificare la scuola pubblica, la scuola di tutti, a vantaggio di quella privata, in gran parte confessionale e per il resto fabbrica di diplomi facili, spesso a pagamento.

Con la finanziaria 2006 sono stati tagliati altri mille miliardi di euro alla scuola pubblica e ad elargirne più di due milioni a tre regioni (Lombardia, Veneto, Campania): è un premio fedeltà?

I precari nella scuola sono più di centotrentamila e si vedranno tagliare quasi un terzo dei soldi destinati ai loro stipendi del 2006. Oggi l'età media di ingresso in ruolo dei docenti è spaventosa, 39 anni, uno schifo che solo un paese vaccinato da una miriade di ingiustizie, con un sindacato incapace di fare il suo mestiere, può sopportare senza reagire duramente.

Eppure i posti ci sono se ci sono tanti insegnanti precari che vengono assunti ad ottobre, licenziati a giugno e non pagati d'estate, che miseria!

Ma lo scandalo degli scandali è che lo Stato, garante per definizione della correttezza dei contratti e della dignità dei lavoratori, tratti in questo modo una parte così rilevante dei suoi lavoratori (discorso che vale per tutte la categorie del pubblico impiego).

In tanta amarezza per il futuro dei nostri giovani resta solo la speranza che fra pochi mesi l'incubo finisca.

Gianfranco Pontini

Mestre - gpontini1@virgilio. it

H o letto una notizia che continua a sembrarmi incredibile; non essendo però stata smentita devo ritenerla veritiera.

Qualche mese fa il ministero della Pubblica istruzione aveva chiesto ai direttori regionali di segnalare i nomi degli 'oppositori' alla riforma. Nelle prossime settimane la signora Moratti elargirà dei premi in denaro al personale dirigente tagliando via i nomi di coloro che hanno criticato i suoi provvedimenti. Il denaro dei 'premi', prelevato dai progetti per la dispersione scolastica ed il disagio giovanile, andrà insomma ai più zelanti, ai più inclini all'ossequio.

Mi sembra una discriminazione enorme, vergognosa, indegna d'una democrazia, lo scrivo sperando davvero di essere ufficialmente smentito. Ciò che nessuno potrà smentire è invece il quadro preagonico della scuola pubblica alla quale l'ultima finanziaria ha tagliato un altro miliardo di finanziamenti aumentandoli nel contempo alla scuola privata in alcune regioni.

Dal 2001 ad oggi, ovvero nei cinque anni di questa legislatura, i soldi per la scuola di Stato sono diminuiti della metà. Siamo ormai alla difficoltà di rifornire cartucce per stampanti, carta per fotocopie e, segnalava Mario Reggio su questo giornale, perfino per l'acquisto dei registri di classe. Ci sono scuole che non hanno più i soldi per pagare la tassa comunale sulla rimozione dei rifiuti.

Tutto questo mentre la condizione dei precari resta in sospeso con la sola eccezione degli insegnanti di religione 13 mila dei quali sono passati di ruolo con la benedizione dei vescovi.

"Una morte annunciata attende la scuola italiana" hanno scritto i prèsidi in un comunicato della loro associazione nazionale. Temo che nel chiasso di questa affannosa campagna elettorale il loro grido sia risuonato a vuoto.