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Repubblica: Il teorico delle multintelligenze ora studia gli asili di Reggio

Howard Gardner, da Harvard in Emilia per un soggiorno di ricerca e di osservazione nelle scuole d´infanzia che applicano il metodo Malaguzzi

21/03/2008
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la Repubblica

MASSIMILIANO PANARARI

L´Emilia-Romagna è da lungo tempo l´oggetto di una «magnifica ossessione» da parte della cultura anglosassone. Basti pensare ai lavori di Robert Putnam sul funzionamento e le peculiarità del suo sistema socioeconomico e politico, e alla schiera di studiosi che, sulla sua scorta si sono occupati del tema.
Un altro indiscutibile punto di forza della regione è la presenza, a Reggio Emilia, di quelli che il celebre settimanale Usa Newsweek aveva indicato come gli «asili più belli del mondo», avviando così un autentico pellegrinaggio nella città del Tricolore alla scoperta del «metodo Reggio Children». Insieme a Jerome Bruner, uno dei padri della psicologia cognitiva applicata all´educazione, si è innamorato della pedagogia per l´infanzia made in Reggio anche un´altra delle celebrità mondiali del settore, Howard Gardner, cattedra di Scienze cognitive a Harvard, il massimo esponente della «teoria delle intelligenze multiple». Gardner si trova da qualche giorno a Reggio Emilia, su invito del Comune e del Centro internazionale Loris Malaguzzi, per fare incontri e svolgere un soggiorno di ricerca e di osservazione in presa diretta delle sue riflessioni sulla formazione della conoscenza, che assegnano un ruolo preminente ai linguaggi artistici (un punto di incontro significativo con il metodo Malaguzzi applicato nei nidi e nelle scuole dell´infanzia reggiani). Lo accompagna un gruppo di studio composto dalla moglie Ellen Winner (docente di Psicologia a Boston) e dalla coppia di specialisti di migrazioni (e delle loro conseguenze psicologiche nell´età della mondializzazione) Marcelo Suarez-Orozco e Carola Suarez-Orozco, impegnato, oltre che nel lavoro di ricerca, in incontri pubblici e dibattiti presso l´Ateneo di Modena e Reggio.
Gardner, insieme alla sua équipe di Harvard, ha dato vita a «Progetto zero», che ha sviluppato sin dalla metà degli anni Ottanta un programma sperimentale sui meccanismi dell´apprendimento. Al centro, l´idea che non esista una sola modalità per rilevare le capacità del cervello umano (il ben noto QI, quoziente intellettivo), ma che si debba tenere nel debito conto la molteplicità degli approcci mentali e dei modi di pensare, indispensabili per sopravvivere ed eccellere nel futuro.
Una vera e propria «rivoluzione cognitiva», che, non a caso, ha indotto la rivista britannica Prospect a inserire l´anno scorso lo psicologo americano nell´elenco dei cento intellettuali più influenti del pianeta. Le intelligenze multiple, o minds, come le definisce Gardner, coincidono con la «disciplina», la «sintesi», la «creatività», il «rispetto» e l´«etica». Ed esempio per antonomasia di «comunità etica» è, infatti, Reggio Emilia, come indica esplicitamente nel suo ultimo libro, "Cinque chiavi per il futuro" (Feltrinelli), dove, tra gli altri apprezzamenti, scrive che «la città è situata in una parte del globo in cui la società civile esiste da secoli», ed esalta il modello socioeconomico delle cooperative emiliane (come già vari altri studiosi angloamericani di diversa estrazione e orientamento disciplinare). Del resto, quello dello studioso statunitense con Reggio è un rapporto consolidato e di lunga data, che risale a quasi un trentennio fa, quando venne a confrontarsi con Malaguzzi e i suoi pedagogisti, impegnati ad allevare «buoni lavoratori buoni cittadini», come aveva dichiarato alla Harvard Business Review.