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Repubblica-In Italia sei milioni di analfabeti rischio ignoranza per il 66%

Studio dell'Unione anti-analfabetismo: la grande maggioranza arriva appena alla licenza media In Italia sei milioni di analfabeti rischio ignoranza per il 66% Secondo l'Ocse siamo terzul...

15/11/2005
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la Repubblica

Studio dell'Unione anti-analfabetismo: la grande maggioranza arriva appena alla licenza media
In Italia sei milioni di analfabeti rischio ignoranza per il 66%
Secondo l'Ocse siamo terzultimi tra i paesi più istruiti
Fra le regioni condizioni critiche in Basilicata e Calabria: ma quest'ultima ha anche il maggior numero di laureati
CATERINA PASOLINI


ROMA - Altro che popolo di poeti, santi e navigatori. La realtà è che siamo un popolo a rischio di analfabetismo: 12 italiani su 100, ovvero 6 milioni di persone, non riescono a leggere e a far di conto. E agli altri non è che le cose vadano meglio: se si somma chi ha la licenza elementare e chi quella media, del tutto inadeguate a vivere e lavorare nel mondo di oggi, arriviamo a 36 milioni di concittadini qualificati come ana-alfabeti. Il 66 % degli italiani è infatti considerato un analfabeta di ritorno, con gravi difficoltà a gestire lettere e numeri.
A raccontare un'Italia agli ultimi posti nel mondo come livelli di istruzione - (secondo l'Ocse sui 30 paesi più istruiti siamo in coda, davanti solo a Portogallo e Messico) - è una ricerca dell'università di Castel Sant'Angelo diffusa dall'Unione nazionale per la lotta contro l'analfabetismo, che analizza gli ultimi dati Istat del 2001.
Lo studio è stato presentato ieri in un convegno con l'ex ministro alla pubblica istruzione e linguista Tullio de Mauro che ha lanciato l'allarme segnalando come "il 25 per cento dei ragazzi che escono dalle medie non sappia né leggere né scrivere come dovrebbe", mentre il giornalista Sergio Zavoli. auspicando una maggior sinergia tra scuola e tv, ha ironicamente commentato questi dati desolanti usando le parole di Flaiano:. "Tutto quello che non so l'ho imparato a scuola".
La ricerca racconta un'Italia dove la piramide educativa vede al vertice il 7,51 % di laureati, seguito da un 25,85 che ha la maturità, un 30,12 che ha il titolo di scuola media e infine un 36 per cento con la sola licenza elementare o neppure quella. tra cui appunto quei circa 6 milioni considerati analfabeti. "Un quadro preoccupante perché l'analfabetismo incrina la coesione sociale", ha detto Saltini della Cgil.
Disaggregando i dati nazionali emergono situazioni inquietanti: nove regioni italiane superano il limite che gli studiosi considerano di allarme, per quantità di popolazione senza titolo di studio. La regione più analfabeta è la Basilicata, 13,8%, seguita dalla Calabria, 13,2%. Ma l'Italia è terra di contraddizioni: allo stesso tempo la Calabria è anche quella che ha più laureati della Lombardia.
Che fare in un paese all'ultimo posto per addetti alla produzione di merci e servizi laureati, e allo stesso tempo terra dal quale fuggono cervelli come quei 6000 laureati che nel solo 2003 sono emigrati in Usa, come ha ricordato il preside dell'università Saverio Avveduto?
Secondo l'ex ministro Tullio De Mauro bisogna soprattutto puntare sull'istruzione, non solo per i ragazzi, ma a lungo termine, riacciuffando quel 66 per cento di italiani che non legge più un libro, che non sa più far di conto, regredita fino alla soglia dell'analfabetismo. Si chiede insomma, come prevedeva la legge Berlinguer del '99, di puntare sull'educazione permanente degli adulti, "un investimento che dà risultati immediati", con corsi di formazione e più biblioteche pubbliche.