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Repubblica-Inghilterra-A scuola proibite le mani alzate "Basta con i primi della classe

Il divieto in un liceo inglese: così aiutiamo gli studenti più timidi A scuola proibite le mani alzate "Basta con i primi della classe" i casi Il preside: molti gesti...

29/01/2006
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la Repubblica

Il divieto in un liceo inglese: così aiutiamo gli studenti più timidi
A scuola proibite le mani alzate "Basta con i primi della classe"
i casi
Il preside: molti gesticolano e poi non sanno neanche rispondere
DAL NOSTRO INVIATO


RICCARDO STAGLIANÒ
LONDRA - "Niente mani alzate", siamo a scuola, non è una rapina, se non all'ego di chi vi siede vicino. Che potrebbe offendersi, deprimersi, sprofondare in un mutismo nient'affatto pedagogico. Il cartello col singolare divieto di astenersi dalla naturale esplosione di "io, io, io" quando si conosce la risposta alla domanda dell'insegnante è affisso in tutte le aule del liceo Jo Richardson di Dagenham, a est di Londra. E il motivo, spiegato dal preside Andrew Buck, è molto "politicamente corretto": a scattare a molla come concorrenti di quiz televisivi sono sempre i soliti, maschi perlopiù, e se un prof li ignora tentando di far partecipare i più silenziosi costoro rischiano di sentirsi vittimizzati: "Perché proprio me quando c'erano così tanti volontari?". Un sentimento che può addirittura trasformarsi in panico sotto la pressione di quella sbracciante concorrenza se per caso il prescelto non sa la risposta di cui mezza classe sembra essere a conoscenza. Per mettere fine a questa quotidiana violenza psicologica quindi i ragazzi dovranno stare zitti e aspettare il loro turno. Nessuno scatto in avanti, nessuna prevaricazione.
Sebbene si tratti per il momento di un caso isolato l'originale politica ha suscitato un dibattito. "Sarà un'abitudine dura da togliere - ha commentato Mick Brookes, segretario generale della National Association of Head Teachers, sul Daily Telegraph che ha dedicato al tema la prima pagina - ma quando si ascoltano con attenzione le motivazioni addotte dal preside c'è del metodo in quella che a prima vista sembrava follia". D'altronde la scuola ha un curriculum di tutto rispetto e nessun precedente per stramberie pensate per conquistare titoli di giornali. Il suo motto è "Successo per tutti", ogni settimana i genitori degli studenti devono firmare un foglio che li tiene aggiornati sui programmi svolti e c'è anche un giornalino interno, "Il gabbiano", in cui si dà conto della vita tra i banchi. Il preside non ha trascurato alcun dettaglio della sua teoria. "Siamo tutti abituati allo spettacolo di braccia gesticolanti per attirare l'attenzione del professore con un'urgenza simile a quella per andare al bagno" ha riconosciuto, "e spesso quando gli si dà la parola non sanno neppure rispondere". Imparare a tenere a bada l'impulsività a favore della capacità di riflessione non potrà che essere un istruttivo esercizio anche per loro. Per evitare l'imbarazzo di confessarsi impreparati il nuovo sistema prevede poi un correttivo, denominato "telefona a un amico". Se il predestinato si rende conto di non saper spiccicare parola sul punto specifico può delegare un compagno in suo soccorso. Pur concepito per aiutare i taciturni, i soliti esclusi, il metodo pretende il loro impegno.
Confidando sui volontari prima tendevano a estraniarsi, a non seguire certe lezioni. "Con il nostro schema invece tutti sono costretti a stare attenti e a pensare solo a quale sia la risposta giusta" assicura Buck. I suoi colleghi hanno già riscontrato la differenza: quanto a concentrazione della classe il sistema "no hands up" vince a mani basse.