Repubblica: Inglese e tirocinio, nuove regole per i prof
Numero chiuso per le assunzioni. La Gelmini: ma in classe niente dialetto
Il progetto in vigore dal 2012 Bossi: salviamo le lingue locali, in tutte le regioni sono le più parlate
SALVO INTRAVAIA
ROMA - Tirocinio sul campo, Inglese, Informatica e fine del precariato. Ecco le parole d´ordine del ministro dell´Istruzione, Mariastella Gelmini, per coloro che vorranno insegnare nella scuola italiana del futuro. L´annuncio è stato dato ieri mattina dallo stesso inquilino di viale Trastevere, che spiega: «Oggi iniziamo a progettare un nuovo tassello per il cambiamento del nostro sistema scolastico, un tassello fondamentale, perché riguarda la formazione iniziale dei futuri insegnanti». «Prevediamo - avverte il ministro - una selezione severa, doverosa per chi avrà in mano il futuro dell´Italia e sostituiamo alle vecchie Ssis con un percorso più snello di un anno». Bocciata invece l´idea leghista del dialetto a scuola: «Sì a corsi sulla cultura del territorio, ma no al dialetto in classe», ha detto il ministro. Un no che non è piaciuto a Umberto Bossi. «Non voglio fare polemiche. Per parlare all´estero occorre l´inglese, ma per parlare con la propria gente il dialetto va benissimo. Non capisco perché dobbiamo far saltare tutto».
Quali sono le novità? Per insegnare nella scuola dell´infanzia (ex materna) e primaria (un tempo Elementare), dopo il diploma della scuola superiore, bisognerà intraprendere un percorso universitario quinquennale che, a partire dal secondo anno, prevede anche un tirocinio in classe seguiti da un tutor. Per ottenere l´abilitazione all´insegnamento occorrerà sostenere un esame finale con discussione della tesi e della relazione del tirocinio. Finora, gli insegnanti della scuola elementare e materna hanno seguito un corso quadriennale abilitante. E prima ancora bastava conseguire il diploma magistrale e partecipare al concorso abilitante. L´accesso alla laurea magistrale sarà a numero chiuso, programmato a livello nazionale in base al reale fabbisogno della scuola. In questo modo il governo intende eliminare il precariato. O meglio: intende evitare la formazione di nuovo precariato. Perché i 250 mila precari iscritti nelle graduatorie provinciali e i 400 mila delle graduatorie d´istituto pressano per non restare fuori.
Per diventare professore nella secondaria (di primo e secondo grado) il percorso è di sei anni: laurea triennale, laurea magistrale biennale a numero chiuso e tirocinio di un anno. Ma, prima di ottenere l´abilitazione, occorre superare un complesso esame finale. I nuovi insegnanti dovranno essere pronti ad affrontare le sfide del terzo millennio: conoscere l´Inglese (a livello B2 del Quadro comune europeo di riferimento per le lingue) e padroneggiare i contenuti digitali e le nuove tecnologie. E chi vorrà insegnare agli alunni disabili (sostegno) dovrà seguire un altro anno di corso e superare un altro esame. Stesso discorso per coloro che nella scuola superiore del futuro intendono insegnare la propria disciplina in lingua straniera (Clil). Il nuovo corso partirà però fra qualche anno. Per conseguire l´abilitazione alla scuola media, fino al 2011/2012, occorrerà seguire il tirocinio di un anno che sarà a numero chiuso con test di ammissione aperto a coloro che sono in possesso dei requisiti per l´accesso alle Ssis. Analoga modalità per coloro che aspirano all´abilitazione per insegnare al superiore, ma fino al 2012/2013. Mentre chi ha già intrapreso una carriera da docente (iscritto nel 2008/2009 o prima) concluderà il percorso con le vecchie regole. ;