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Repubblica: "Insegnanti eroi, Gelmini rompic..." e su Pier Luigi infuria la polemica

Il segretario usa un linguaggio crudo e strappa applausi. Il Pdl: bullismo triviale, chieda scusa Bocchino: la polemica non giustifica la maleducazione verso una donna

23/05/2010
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la Repubblica

GOFFREDO DE MARCHIS

ROMA - Cita Rossi Doria, il maestro di strada. Dice che la formazione è la grande questione italiana. «Gli insegnanti sono gli eroi moderni. Combattono il disagio sociale, lottano contro la dispersione nelle grandi città, vanno a riprendere i ragazzini per i capelli. Mentre la Gelmini gli rompe i coglioni». Pier Luigi Bersani parla a braccio, niente testo scritto. La parolaccia non è un effetto studiato dunque, gli viene dal cuore e nessun altro passaggio della sua replica all´assemblea nazionale del Partito democratico è così applaudito. I delegati sono in piedi, il battimani prosegue per un bel po´ di secondi. Bersani non fa nulla per fermarlo. Evidentemente, non ha nulla di cui pentirsi. Qualcuno in sala insinua che il Pd, per usare il linguaggio comprensibile della gente, sta cominciando a saccheggiare del vocabolario delle male parole. Ironia, ma nessuna critica interna. L´applauso soffoca questi dubbi isolati.
Finora la protesta del segretario del Pd contro l´azione di governo su scuola e università aveva marciato nel solco del tecnocratese. Critiche ai «tagli lineari», cioè non selettivi, cioè indiscriminati, strumento buono solo per fare cassa sulle pelle del futuro. Ieri ha fotografato a modo suo la fatica degli insegnanti, dei presidi, di una scuola con mille problemi. Giovanni Bachelet, figlio di un professore universitario, accademico lui stesso, difende il leader: «Sto ricevendo tanti sms di solidarietà piena». Nessuno nel Pd solleva il problema della maleducazione. Anche la minoranza alza lo scudo di fronte al leader. «Si dovrebbe scusare la ministra Gelmini, non Bersani - osserva Emanuele Fiano -. Per i danni che procura alla scuola italiana, per il disinteresse con cui tratta insegnanti e presidi».
Ma la reazione del Pdl è altrettanto compatta. L´ex vicecapogruppo, il dissidente più dissidente, Italo Bocchino, attacca frontalmente il segretario democratico: «La lotta politica non esime dall´essere educati soprattutto quando si critica un ministro donna». Si può polemizzare ma bisogna «chiedere scusa per il tono usato» quando si esagera, dice Bocchino. Una questione di stile anche se poi il finiano ricorda la pessima gestione della scuola post ´68. «Sembra Di Pietro - condanna Maurizio Lupi -. E questa è l´alternativa? Sarebbe meglio che Bersani recuperasse il senno». Il centrodestra s´infila nella polemica. Parla di «trivialità», di «insulti gratuiti». Di «bullismo» visto che si parla di scuola. «Meriterebbe un 5 in condotta», dicono i giovani del Pdl. «Il discorso di Bersani è demagogico, populista. E le sue parole sulla Gelmini sono semplicemente volgari», accusa Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Popolo delle libertà alla Camera. E Giorgio Stracquadanio rincara: «Ci vuole la faccia di Crozza, di un comico vale a dire, per dare la colpa dei guasti della scuola alla Gelmini».
Però le scuse di Bersani non arrivano. Alle 21 il segretario del Pd s´imbarca sull´aereo che lo porta oggi a Pechino e mette tra sé e le accuse migliaia di chilometri. Magari oggi correggerà la parola. Ma il Pd continua a dire che l´esagerazione va cercata altrove. «I commenti dei colleghi sono entusiastici - sottolinea Bachelet. Le parole di Pier Luigi rallegrano molte persone perbene».

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