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Repubblica-Io, insegnante da 25 anni questi tagli non li capisco

L'INTERVISTA Anna Sambruna, 51 anni, uno stipendio di 1500 euro: sciopero ma non solo per i soldi "Io, insegnante da 25 anni questi tagli non li capisco" Le riduzioni c...

25/11/2005
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la Repubblica

L'INTERVISTA
Anna Sambruna, 51 anni, uno stipendio di 1500 euro: sciopero ma non solo per i soldi
"Io, insegnante da 25 anni questi tagli non li capisco"
Le riduzioni che riguardano i supplenti sono solo le ultime: prima hanno colpito i più svantaggiati
Lo Stato fa un passo indietro e delega molto più di prima alle famiglie: ma se queste non ci sono che si fa?
RODOLFO SALA


LO spezzone più arrabbiato del corteo sarà quello degli insegnanti: da Roma arriva infatti la conferma dei tagli della Finanziaria alla scuola, un miliardo di euro. Ci sarà anche Anna Sambruna, insegnante di italiano al liceo tecnologico "Cartesio" del Parco Nord di Cinisello: "Ma non sciopero solo per i soldi".
Qual è il suo stipendio, signora Sambruna?
"Circa 1.500 euro".
Le sembra adeguato?
"Per una persona laureata, e dopo 25 anni di servizio non è un gran che, anche se c'è chi sta molto peggio".
Lei è sposata?
"Sì. E ho un figlio. Mio marito ha una sua attività nel settore informatico, che è un po' in crisi. Diciamo che fino a qualche anno fa ce la passavamo meglio".
In che senso?
"Per dire: prima cinema e ristorante ogni settimana, ora una volta al mese. Prima 30 giorni di vacanza, ora 15. Cose così. Ma non è questo il punto".
E qual è?
"Per com'è organizzato il sistema scolastico, non sai mai se lavori bene. Noi valutiamo gli studenti, ma nessuno valuta noi: non ci sono criteri oggettivi, se fai o non fai è la stessa cosa".
Stesso stipendio, insomma. Lei quanto fa?
"Tra docenza, preparazione delle lezioni, correzioni dei compiti e attività collegiali una quarantina di ore la settimana. Più o meno le fanno tutti, però c'è chi si impegna di più e chi meno. Ripeto: tanto è lo stesso".
Crede che cambierà qualcosa con la riforma Moratti?
"In meglio no di sicuro. E non lo dico per partito preso: la scuola secondaria ha un assoluto bisogno di essere riformata, ma io non condivido la filosofia di fondo di questa riforma".
In soldoni?
"La divisione troppo netta fra due percorsi formativi: quello liceale e quello professionale. Non credo sia possibile passare facilmente dall'uno all'altro, e mi sembra assurdo incanalare nell'uno o nell'altro un ragazzo di 13 anni".
Poi ci sono i tagli.
"Appunto. Quelli che riguardano i supplenti sono solo gli ultimi, stanno dentro questa Finanziaria. Ma prima sono arrivati i tagli che hanno colpito soprattutto i più svantaggiati: sono state tolte ore per il sostegno e per i progetti che riguardano gli studenti stranieri e la dispersione scolastica. C'è questo principio per cui lo Stato fa un passo indietro e delega molto più di prima le famiglie: ma quando la famiglia non c'è che cosa facciamo?".
Pentita di aver scelto questo mestiere?
"No, nel modo più assoluto. Mi piace troppo".
Però?
"Però uno che lavora seriamente si aspetterebbe di essere gratificato".
Più soldi?
"Parlo di percorsi di carriera, che non esistono. Sarebbe utile anche una maggiore mobilità, perché è impensabile fare l'insegnante per 40 anni: ci si potrebbe dedicare a progetti di ricerca in ambito didattico oppure lavorare nelle biblioteche".
Più meritocrazia?
"Non so se è giusto, ma nella nostra società funziona così. Però quando l'allora ministro Berlinguer ci ha provato, c'è stata una sollevazione. Anche a sinistra".