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Repubblica: Istituti tecnici e professionali "spariscono" ottomila cattedre

Nuovi indirizzi e meno ore per un milione e mezzo di studenti

29/05/2009
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la Repubblica

La riforma

Per il milione e mezzo di studenti degli istituti tecnici e professionali si cambia registro. Ieri il Consiglio dei ministri ha approvato i due regolamenti che sconvolgeranno, a partire dal 2010, il 60 per cento degli iscritti alle superiori. «Una svolta epocale, dopo 78 anni dall´ultimo riordino che risale al 1931», secondo il ministro della Pubblica istruzione Mariastella Gelmini. Un trionfalismo non condiviso da Mariangela Bastico, ex viceministro dell´Istruzione e responsabile scuola del Pd. «Le basi della riforma delle scuole tecniche e professionali, con la riduzione degli indirizzi, l´abbiamo cominciata noi, con il governo Prodi - afferma la Bastico - così, invece, tutto si riduce a una taglio indiscriminato di ore e una riduzione di 8 mila cattedre solo nel primo anno. Perché tagliare il 30 per cento delle ore di laboratorio, elemento centrale dei due indirizzi? E perché abolire l´insegnamento del diritto e dell´economia negli ultimi tre anni dell´istruzione tecnica? Non esiste un progetto ma solo l´obiettivo di risparmiare».
Secondo la Gelmini, invece, la "riforma" sarà la panacea: due settori e 11 indirizzi per gli istituti tecnici, due macrosettori e 6 indirizzi per le professionali. Più italiano e storia nei tecnici nonostante il taglio delle ore di lezione settimanali. «Un´iniezione di nuove professionalità per superare la crisi, visto che il mercato chiede ogni anno 300 mila diplomati, mentre il sistema scolastico ne offre solo 140 mila», sostiene il ministro. Un teorema smontato dalla Cgil: «Il rischio reale è che la formazione professionale sopravviverà nelle regioni del Nord, dove le amministrazioni locali hanno una lunga tradizione di rapporto con le aziende, mentre tutto quello che non funziona, rimarrà, compresa la dispersione scolastica (Mario Reggio)