Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Repubblica it: Contratti: al voto in 3,6 milioni:Accordo separato bocciato dal 96%

Repubblica it: Contratti: al voto in 3,6 milioni:Accordo separato bocciato dal 96%

Elevatissima la partecipazione alla consultazione promossa dalla sola Cgil sulla riforma contrattuale firmata da Cisl e Uil, nonostante il no di Corso Italia. votanti corrispondo al 71% dei partecipanti al voto sul welfare nel 2007 In quell'occasione i promotori erano state tutte e tre le confederazioni

30/03/2009
Decrease text size Increase text size
la Repubblica

Contratti: al voto in 3,6 milioni:Accordo separato bocciato dal 96%

ROMA - Oltre 3,4 milioni di lavoratori e pensionati, la schiacchiante maggioranza di 3,6 milioni di votanti, hanno bocciato l'accordo separato del 22 gennaio sulla riforma del modello contrattuale, non sottoscritto dalla Cgil. Il 96,27% ha bocciato la riforma. Sono i dati resi noti dalla Cgil, nel corso di una conferenza stampa. La consultazione era stata promossa dalla sola Cgil, dopo che, sempre a gennaio, Cisl e Uil si erano rifiutate di avviarla.

Confrontando i risultati con la consultazione unitaria promossa da Cgil, Cisl e Uil nel 2007 sul protocollo sul welfare, si tratta del 71% di quanti parteciparono a quel voto. "Complessivamente la Cgil da sola porta al voto oltre i 2/3 dei votanti del 2007. E' un risultato assolutamente straordinario" ha commentato il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, sottolineando che "questo voto rafforza la posizione assunta" dalla Confederazione di Corso d'Italia.

"Inoltre la Cgil - si legge nel comunicato pubblicato sul sito del sindacato - ha portato al voto una quota molto alta di non iscritti che, con la loro partecipazione, hanno rafforzato le ragioni della democrazia nel rapporto con i lavoratori. Tutto ciò rappresenta un valore aggiunto rilevantissimo e mette a disposizione un risultato che dovrebbe consigliare attente riflessioni a più di una forza sociale, alle nostre controparti e al governo".

"Non condividiamo l'accordo e non condivideremo gli accordi settoriali che si muoveranno su quello", ha concluso Epifani: "Andiamo avanti con piattaforme separate".