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Repubblica it: Contratti, la scuola rompe la tregua via agli scioperi: si parte il 16 aprile

Raffica di astensioni: al centro della protesta il mancato rinnovo e i tagli agli organici. Tensione tra governo e sindacati mentre infuria la polemica politica

27/03/2007
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la Repubblica

Raffica di astensioni: al centro della protesta il mancato rinnovo e i tagli agli organici. Tensione
tra governo e sindacati mentre infuria la polemica politica. Prossimo stop l'11 maggio

Contratti, la scuola rompe la tregua via agli scioperi: si parte il 16 aprile

di SALVO INTRAVAIA

Raffica di scioperi per la scuola. Al centro della protesta il rinnovo del contratto scaduto da 15 mesi e i tagli agli organici previsti per il prossimo anno. Dopo un periodo relativamente sereno, in questi giorni, i rapporti fra rappresentanti di categoria e viale Trastevere si sono fatti tesi: l'aria che si respira è piuttosto pesante. Tutte le organizzazioni sindacali nazionali sono sul piede di guerra per il rinnovo del contratto mentre a livello locale scoppia la protesta per i tagli agli organici che secondo i sindacati rischiano di compromettere l'avvio dell'anno scolastico e il diritto allo studio per migliaia di alunni.
Le manifestazioni di piazza saranno aperte da Flc Cgil, Cisl e Uil scuola e Snals il prossimo 16 aprile. Seguirà lo sciopero per tutta la giornata dell'11 maggio indetto dai Cobas della scuola ma la protesta che rischia di bloccare la scuola nel momento più importante è quella stabilita dalla Gilda con lo sciopero degli scrutini indetto a giugno.
Ma le tensioni nella scuola non sono legati soltanto al rinnovo del contratto di lavoro di docenti e Ata. Da Nord a Sud le organizzazioni sindacali territoriali sono sul piede di guerra. I tagli agli organici messi a segno dal ministro dell'Economia, Tommaso Padoa Schioppa, non sono mai stati digeriti e per il prossimo anno scolastico si prevedono sacrifici per tutti: alunni, insegnanti e genitori. Il taglio di 7 mila cattedre operato poche settimane fa dai tecnici di viale Trastevere mette in crisi soprattutto gli istituti delle regioni settentrionali dove all'incremento degli alunni il ministero ha risposto con meno posti: quasi 350 il Lombardia e 200 in Veneto. Ma la protesta passa anche da Roma per arrivare a Napoli e in Sicilia. Cosa accadrà a settembre? "In forse - secondo i rappresentanti di categoria - per migliaia di alunni il tempo pieno alla scuola primaria (l'ex elementare) e il tempo prolungato alla media e si allungheranno le liste d'attesa per i piccoli della scuola dell'Infanzia. All'elementare e alla media le prime classi saranno superaffollate e diventeranno quasi ingestibili.

E ancora. Le scuole saranno costrette ad abolire progetti ed interventi mirati, come quelli per l'integrazione degli alunni stranieri, mentre gli istituti superiori si troveranno con meno disponibilità per le supplenze, costringendo gli alunni a saltare decine di ore di lezione'. Uno scenario non certo rassicurante per una scuola che dovrebbe trainare la crescita del Paese.
Il ministero della Pubblica istruzione, attraverso contingenti aggiuntivi, in questi ultimi giorni ha tentato di stemperare gli animi. Ma i sindacati non sono rimasti soddisfatti. Gli 83 posti assegnati all'Emilia Romagna vengono considerati "una goccia che non risolve i problemi di organico scolastico, e non risponde alla domanda dei genitori". A Roma 10 mila alunni di scuola elementare resteranno senza tempo pieno e in Campania "il prossimo anno la scuola elementare funzionerà peggio...". Anche in Sicilia che vedrà sparire dagli organici 1.129 posti"si teme per i rischi al diritto allo studio".
Al malessere del mondo della scuola si aggiunge la polemica politica. Le dichiarazioni del segretario di Rifondazione Comunista, Franco Giordano, sono destinate a creare nuove fibrillazioni all'interno della maggioranza. "Sosterrò lo sciopero della scuola, e parteciperò alla manifestazione per chiedere al governo esattamente quello che chiedono i sindacati", ha dichiarato in una intervista Giordano. A proposito della mobilitazione del 16 aprile il parlamentare si è mostrato convinto "che sulla scuola si deve accelerare il mutamento e la cancellazione nei fatti della legge Moratti". "Dobbiamo contemporaneamente - spiega il segretario del Prc - determinare le condizioni per un'effettiva e rapida regolarizzazione dei precari della scuola". Anche se sulla eventuale partecipazione dei ministri al corteo dei sindacati Giordano è di diverso avviso. "Penso - conclude Giordano - che quando ci sono manifestazioni contro il governo, per questioni di stile, è meglio che i ministri non ci vadano".