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Repubblica it: Istat, l'uso del computer a scuola riduce il divario sociale

Gli studenti con genitori laureati hanno un accesso maggiore a Internet rispetto ai coetanei con genitori dai titoli di studio bassi. Il laboratorio scolastico avvantaggia chi non dispone di strumenti adeguati Ma la riforma ha operato dall'anno prossimo tagli consistenti nei finanziamenti

27/02/2009
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la Repubblica

Rosaria Amato

ROMA - Il laboratorio di informatica non costituisce un insegnamento prioritario nella scuola primaria, ha precisato un tecnico del ministero dell'Istruzione, all'indomani del varo della riforma Gelmini. Eppure, rileva oggi l'Istat, nell'ambito dell'indagine "Cittadini e nuove tecnologie - Anno 2008", l'uso a scuola del personal computer ha permesso di riequilibrare, sia pure in parte, le differenze tra i bambini i cui genitori hanno la laurea e i bambini con genitori "con titoli di studio bassi".
Registrando ancora passi in avanti nell'uso delle nuove tecnologie, l'Istat non può fare a meno di registrare le forti differenze nella conoscenza e nell'uso dell'informatica e in particolare di Internet dovute al lavoro del capofamiglia (operaio o libero professionista), al posto in cui si vive (Sud o Centro-Nord) e anche al titolo di studio. E sembra quest'ultima la circostanza più incisiva.
"Il divario tra i bambini e ragazzi di 3-17 anni - spiegano i ricercatori dell'Istat - dovuto al titolo di studio dei genitori è molto forte. Infatti, ha usato il personal computer negli ultimi tre mesi il 66,3% dei bambini e ragazzi con almeno un genitore laureato rispetto al 40,6% di quelli con i genitori con al massimo la licenza elementare con una differenza di 26 punti percentuali".
"I bambini e ragazzi con genitori con titoli di studio bassi - prosegue l'Istat - sono svantaggiati sia nell'uso a casa che nell'uso combinato a casa e a scuola. L'uso esclusivo a scuola permette di riequilibrare leggemente le differenze. Usano il personal computer solo a scuola, infatti, il 6,3% dei bambini e dei ragazzi con genitori con la licenza elementare a fronte dell'1,5% di quelli con genitori laureati. Tuttavia la scuola non riesce a colmare il profondo divario dovuto a un ambiente familiare non favorevole".

Ma almeno, fino ad oggi, ci ha provato. Naturalmente queste cifre sono destinate a cambiare profondamente dal prossimo anno scolastico, con il drastico taglio operato ai finanziamenti per i laboratori informatici. Una scelta, l'ennesima, che penalizzerà tanto di più il Sud. Infatti, attesta l'Istat, "sono le famiglie del Centro e del Nord a possedere le quote più elevate di beni tecnologici".
Mentre infatti il personal computer è diffuso in eguale misura al Centro e nel Nord (oltre il 52%), al Sud si arriva solo al 44,9%. Inoltre, nel Centro-Nord si riscontra la quota più alta di famiglie con accesso a Internet (circa il 45%) e alla connessione a banda larga (circa il 30%) mentre nel Sud e nelle Isole le quote scendono rispettivamente al 35% e al 21% circa. Tra il 2007 e il 2008 il divario tecnologico tra il Nord e il Sud del Paese è anche aumentato (dal momento che la crescita del Nord non è stata equilibrata da tassi analoghi al Sud).
L'unica buona notizia, in materie di disuguaglianze, è la riduzione nelle differenze sociali nel possesso di beni tecnologici. Una riduzione rispetto a un divario che rimane comunque amplissimo: le famiglie con capofamiglia operaio hanno infatti livelli di possesso di beni tecnologici molto inferiori a quelli delle famiglie in cui il capofamiglia è dirigente, imprenditore o libero professionista. Ad esempio, rileva l'Istat, "c'è una differenza di 27 punti percentuali nel possesso di personal computer e di 30 punti nel possesso dell'accesso a Internet". Un abisso, nonostante l'avvicinamento messo a segno nel 2008: infatti nel 2007 il divario era rispettivamente di 38 e di 33,8 punti per il Pc e la Rete.